Dalla distruzione della guerra a porta delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene: il castello di San Salvatore 

Completamente distrutto dalle bombe: è stato immortalato così il castello di San Salvatore di Susegana nella cartolina del 1919 che appartiene al collezionista Augusto Gallonetto. 

Quando il fronte, durante la Prima Guerra Mondiale, si spostò dal fiume Isonzo al Piave il territorio di Susegana, così come tutto quello al ridosso delle sponde, venne travolto dalle bombe e anche il maestoso Castello di San Salvatore non venne risparmiato dall’artiglieria italiana e venne gravemente danneggiato. 

Dopo la fine della guerra gli abitanti delle zone colpite non si scoraggiarono e iniziarono a ricostruire paesi e borghi. Questo avvenne anche per il castello di San Salvatore di proprietà della famiglia Collalto che avviò un’appassionata fase di recupero del patrimonio storico e artistico della loro dimora. 

Ci vollero moltissimi anni e la ricostruzione terminò solamente del 2003. Fu il principe Manfredo a inaugurare il “nuovo” castello dopo la ricostruzione. Il 21 dicembre, il giorno che nel 2022 ebbe il maggior numero di buio, venne inaugurata la nuova illuminazione esterna del castello. I fari a led a basso consumo valorizzano così le mura rendendo San Salvatore visibile anche di notte. 

Oggi il castello di San Salvatore, che nel corso della sua storia non venne mai espugnato, oltre che essere il simbolo del comune di Susegana è anche uno dei monumenti principali e più fotografati delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene patrimonio dell’Umanità.

I turisti o i semplici cittadini che provengono da Treviso oggi restano ammaliati dalla bellezza del castello, che spicca sopra alle colline suseganesi, vera porta d’ingresso delle colline patrimonio dell’umanità. 

(Foto: per gentile concessione di Augusto Gallonetto).
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