Pochi minuti dopo la notizia dell’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, su Facebook è comparso un nuovo profilo che ha incuriosito molti utenti dell’Alta Marca Trevigiana: Joe Bidon da Cison.
Le immagini pubblicate da questo profilo, che hanno fatto ridere molti, rappresentano il neo-eletto presidente americano a bordo della propria vettura con la scritta “Monta su che te porte al lago de Revine” oppure fotografato sempre a bordo di una fuoriserie mentre si preoccupa se la macchina passi o meno per le strette gallerie del Passo di San Boldo.
Pier e Giovanni, amici fin dall’infanzia di professione, rispettivamente, Dj e impiegato, con la passione comune per la musica e l’informatica sono i creatori e i gestori di questo profilo Facebook: grazie alla propensione di pensare fuori dagli schemi e a vivere la loro vita con ironia, più di dieci anni fa hanno fondato la loro prima pagina: “Vatu par Vitorio? Mename a Capea” che immediatamente ha riscosso il consenso e i like di moltissime persone.
Oltre alla gestione di alcune pagine nazionali, dopo il successo ottenuto dalla loro prima pagina, hanno deciso di crearne altre facendo “vivere” personaggi di interesse pubblico nei territori dell’Alta Marca Trevigiana. Il premier Conte, grazie al richiamo del nome con i nobili suseganesi da vita a Conte da Collalto seguito da Donald da San Fior di Sottosopra e dalla loro ultima creatura Bidon da Cison, appunto.
Abituati, ormai da anni a dar voce ai loro personaggi, senza rivelare i loro volti Pier e Giovanni hanno risposto ad alcune domande:
Cosa ci fanno Biden a Cison e Trump a San Fior? E sono proprio loro?
“Bidon si trova a Cison per una semplice questione di rime nella scelta del nuovo personaggio in chiave veneta. Donald risiede a San Fior “di Sottosopra” perché la sua elezione fu inaspettata e mise sottosopra la politica a livello mondiale, scombussolandone gli allora equilibri. Comunque no, non sono affatto loro, sono una loro parodia in chiave veneta. Come lo è “Conte da Collalto”, la versione nostrana del premier Giuseppe Conte”.
Tutti noi sorridiamo nel vedere i nuovi meme a tema politico, ma nel vostro caso le vignette prendono la parola e dialogano tra loro. Secondo voi, qual è l’elemento che fa ridere?
“Fa ridere l’idea di immaginarsi i personaggi reali parlare in veneto in modo molto semplice, conoscendo anche qualche nostra tradizione locale o qualche nostro modo di dire. Va detto che il tema politico è in realtà molto marginale: i meme sono di fatto apolitici e non intendono suggerire alcuna preferenza politica. I nostri followers lo sanno benissimo, anche se ogni tanto qualche “tifoso” irrompe nelle nostre pagine per scrivere un commento a favore o contro, in base al proprio credo politico. Sono casi molto rari, ma il problema non è tanto la tifoseria politica in sé, quanto il fatto che qualcuno si metta a discutere seriamente con personaggi di fantasia. E questo fa già ridere di suo”.
Perché è nata questa vostra idea?
“La nostra pagina di riferimento, è da tantissimi anni “Vatu par Vitorio? Mename a Capea”, il cui nome è in sostanza un vecchio detto popolare dove i doppi sensi sono evidenti. Una pagina di satira leggera con meme e post generici in dialetto veneto. L’idea di creare la versione veneta di un personaggio famoso non è certamente nostra. Il più famoso di tutti è “Kim da Capea del Nord”, il cui autore ha avuto un’idea geniale che ha letteralmente creato un nuovo genere di pagine satiriche locali. Siamo partiti dunque con Donald da San Fior de Sotosora, cui sono seguiti tutti gli altri personaggi fino a Joe Bidon da Cison. Tutti personaggi che sono interconnessi tra di loro, che si condividono i rispettivi meme aggiungendo un commento, magari fingendo di litigare”.
Il contrasto dell’assurdo trova però anche qualche parallelismo: c’è qualcosa che accomuna Washington a Cison di Valmarino?
“Sono entrambi posti bellissimi”.
Se un americano in gita vedesse una delle vostre vignette riderebbe o si sentirebbe offeso?
“Più che altro non le capirebbe nemmeno traducendole in inglese passando dall’italiano: certe espressioni e certi modi di dire nostrani sono decisamente intraducibili”.
(Fonte: Simone Masetto © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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