È stata inaugurata nella serata di ieri l’esposizione “Gli antichi veneti” la mostra di storia e archeologia organizzata da ArcheoSusegana, associazione che si occupa di ricerca storica e di salvaguardia attiva dei beni esistenti, dalla preistoria alla Grande Guerra, sul territorio di quelli che sono stati i feudi Collalto.
La mostra è una raccolta di fotografie di reperti rinvenuti dal gruppo archeologico del Cenedese nelle zone dove i Veneti antichi si insediarono.
La serata si è aperta con una conferenza a cura di Giorgio Arnosti del gruppo archeologico del Cenedese nella sala consiliare del municipio di Susegana alla presenza, oltre che dei soci e di appassionati di questo settore della storia, anche degli assessori Enrico Maretto ed Evelyn Zanco.
“Ringrazio ArcheoSusegana per questa iniziativa – spiega Maretto – Il nostro comune è molto attento alla storia e abbiamo già fatto alcune lezioni nelle scorse settimane. Mi fa molto piacere che ricomincino, dopo lo stop forzato dovuto al Covid, questi appuntamenti e che l’affluenza sia sempre numerosa”.
Durante la sua presentazione Arnosti ha illustrato gli insediamenti dei Veneti antichi a livello pedemontano dove si sono sviluppati, portando a dimostrazione una serie di ritrovamenti come monete fibule e pezzi di vasi. Tutti questi reperti sono stati datati dall’associazione e catalogati. Arnosti si è soffermato in particolare sugli insediamenti del Monte Altare, sopra Vittorio Veneto.
“L’argomento degli antichi Veneti è l’argomento che il gruppo aveva scelto come tema nel 2020, prima del Covid – spiega Antonio Menegon, presidente di ArcheoSusegana – due anni fa avevamo già i manifesti pronti e avevamo contattato professori universitari per parlare di questo tema. Vista comunque l’incertezza di questo periodo abbiamo deciso di fare, per ora, solamente questa mostra grazie alla collaborazione con il gruppo archeologico del Cenedese”.
Sono quasi quaranta i pannelli disposti negli ambienti dell’ex biblioteca del comune. Tra le foto spiccano quelle di oggetti in bronzo, ferro e qualche scheggia d’oro, molto probabilmente resto di corone.
“Tra le immagini – continua Menegon – ci sono molte statuette votive che rappresentano figure maschili. Questo perché, molto probabilmente, il monte Altare era un luogo di culto. È presente anche una cartografia che mostra quale è stato l’insediamento dei veneti antichi da Montebelluna fino a Cividale”.
La mostra è visitabile sabato e domenica fino al 26 marzo dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15 alle 19. Sarà aperta anche mercoledì 23 marzo dalle 10 alle 12.30.
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