È nota a tutti la storia dei Collalto e del loro castello, un vero e proprio monumento per Susegana, ma pochi sanno che a Colfosco c’era un’altra rocca, una costruzione di cui restano solo pochi ruderi, ma che nasconde alcuni indizi sulla grande storia di una seconda importante famiglia.
Il castello di Colfosco sorgeva sopra il colle di San Daniele, dietro a dove oggi sorge una piccola chiesa con lo stesso nome: il presidente del Comitato Imprenditori Veneti Piave 2000 e del Museo del Piave Diotisalvi Perin afferma che lì dove oggi sorge ancora qualche pietra, confinante con un’abitazione privata, sono state ritrovati cimeli e alcune tombe.
Il dominio dei Colfosco era molto vasto, si estendeva fino al Castello di Zumelle, e a governarlo c’era una figura femminile quasi venerata dai trevigiani, bellunesi e friulani, Sofia di Colfosco, detta da Camino. La contessa era anche una valida condottiera e si dice partecipasse volentieri alle battaglie assieme ai suoi cavalieri: era la figlia di Vafredo di Collalto e la sposa di Guecellone II Da Camino.
“Fu grande benefattrice in favore dei benedettini nel 18 giugno 1170, alla presenza del patriarca di Aquileia e del vescovo di Ceneda, donando all’abate di Follina nel suo testamento tutte le chiese in suo possesso da Serravalle, Maren, Farrò, Fonte, Colfosco e Lago” racconta Diotisalvi Perin.
Come spesso accadeva per queste suddivisioni territoriali, chi si spostava all’interno del dominio dei Colfosco e dei Collalto doveva pagare un dazio e pare che una delle dogane fosse in zona Mina, nel punto dove oggi sorge la grotta, dove si nasconde una storia molto interessante, legata alla città di Treviso, oggetto di un prossimo approfondimento.
Come da ricostruzione dello storico e scrittore Tarcisio Zanchetta, sulla ex strada Opitergium-Tridentum giaceva un particolare sbarramento: la torre di destra era presidiata dai Conti di Colfosco e quella di sinistra la torre dei Conti Collalto. Al passaggio, il dazio veniva spartito in parti uguali tra le due famiglie.
Mentre la storia di Sofia da Colfosco finisce con un viaggio a Santiago de Compostela o forse con un’ultima letale battaglia e poi la sua sepoltura all’Abbazia di Follina, sopra la grotta con il passare dei secoli viene realizzata una chiesa dedicata a San Pietro d’Alcantara.
Sofia prima di morire intraprese il cammino di Santiago di Compostela e forse a Navarra o in battaglia in battaglia e sepolta nella chiesa dell’Abbazia – tomba realizzata nel XVI secolo da San Carlo Borromeo mentre era abbate di Follina.
“Sulla sommità della Grotta, col passare dei secoli e il cessare dei pedaggi, è stata costruita una chiesa: è stato demolito il fortilizio e trasformata la torre in un campanile. Venne dedicata a San Pietro d’Alcantara – affermano i ricercatori Tarcisio Zanchetta e Diotisalvi Perin – Si tratta di un edificio molto importante per la storia locale e speriamo che la Sovrintendenza apra degli scavi per portare alla luce nuove tracce del passato di queste zone”.
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