Il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno guarda al futuro e incontra gli amministratori del territorio per un confronto sull’agricoltura del terzo millennio. “Tecnologia in vigneto: il contributo alla sostenibilità ambientale, economica e sociale”, questo il titolo del convegno tenutosi martedì scorso a Susegana. Un appuntamento che si è presentato come l’inizio di un percorso di diffusione delle buone pratiche agronomiche, capaci di ridurre al minimo l’impatto ambientale delle attività agricole.
“È nostro dovere informare i cittadini del progresso e delle nuove pratiche in commercio – afferma Elsa Bigai, direttore del Consorzio – l’agricoltura oggi non può esimersi dal considerare le domande che vengono poste dalla società civile in termini di salubrità dei prodotti e della sostenibilità ambientale pertanto è doveroso proporre attività che sperimentano l’innovazione finalizzata al miglioramento delle attività agricole e all’informazione. È nostro compito dare uno stimolo ai detentori delle molecole e ai ricercatori per cercare nuove soluzioni in termini di nuovi prodotti (non solo di sintesi) da impiegare nella difesa delle colture efficaci dal punto di vista produttivo e ad alta sostenibilità”.
Un convegno articolato in due momenti: il primo teorico dove sono state presentate le nuove soluzioni per abbattere l’effetto “deriva” dei fitofarmaci, e un progetto triennale di sperimentazione applicata realizzata in collaborazione con il Crea (Centro di ricerca per la viticoltura) che ha l’obiettivo di avanzare studi finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale. A concludere l’appuntamento la parte pratica in vigneto dove la nebulizzazione di un prodotto fluorescente, a puro scopo dimostrativo, ha permesso a tutti i partecipanti di verificare i risultati ottenuti sulla vegetazione.
“Abbiamo dimostrato come iniziative di questo tipo contribuiscano ancora una volta a chiarire in maniera univoca che si può fare agricoltura in modo sostenibile – afferma Fulvio Brunetta, presidente del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno – crediamo che conoscere l’evoluzione delle tecnologie oggi disponibili e i miglioramenti che le stesse garantiscono, possa essere di supporto al complesso ruolo di chi gestisce e amministra i territori oltre che ai produttori stessi”.
Informazione quindi la parola d’ordine che il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno mette in campo, in una delle province che vanta un comparto vitivinicolo all’avanguardia e sempre più capace di attrarre investimenti. A confermare quanto affermato il continuo incremento che il Consorzio registra nel fornire servizi all’agricoltura: nel 2017 un utile di esercizio aumentato del 40,9%, e un valore della produzione cresciuto del 9,92%. Una provincia quella trevigiana che registra il più alto numero di atomizzatori da recupero in tutta la Penisola e che avvicina i produttori ai cittadini, sempre più attenti alle tematiche dell’impatto ambientale delle attività economiche e del controllo degli input chimici.
Una materia che spesso registra notizie annebbiate dalla poca informazione e che vede il Consorzio in prima linea per operare direttamente o indirettamente, per soci e non, nell’attività di ricerca, sperimentazione e conoscenza.
(Fonte e foto: Consorzio Agrario di Treviso e Belluno).
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