Lo sciopero indetto da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per ieri, venerdì 14 giugno 2019, ha visto un’adesione media pari all’80 percento in provincia di Treviso, con punte del 100 percento all’Electrolux di Susegana e alla De’ Longhi di Treviso.
Dando uno sguardo alle grandi realtà industriali della Marca, l’adesione allo sciopero ha registrato tra gli operai percentuali importanti: 90 percento alla Zorzi di Treviso, 80 percento alla Stam di Treviso, alla Breton di Castello di Godego e all’Irca-Rica di Vittorio Veneto, 75 percento alla Cma di Susegana, 100 percento degli addetti alla produzione alla Sole di Oderzo e alla Berco di Castelfranco Veneto, 65 percento alla Sipa Gruppo Zoppas di Vittorio Veneto.
Le sigle sindacali dei metalmeccanici sottolineano come le trasformazioni che stanno investendo il mondo delle imprese, e più in generale il sistema della manifattura, impongano scelte che devono essere in grado di rispondere alla necessità di crescita dei settori strategici attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati, il sostegno all’occupazione, ai salari e alla domanda interna e investimenti strategici di lungo periodo in formazione e nuove tecnologie.
Per Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil l’orientamento e alcune scelte del Governo rischiano, in una situazione di recessione come quella che si sta profilando, di accentuare una condizione economica e sociale già critica.
Per questo “è necessaria una redistribuzione della ricchezza anche attraverso politiche salariali e fiscali mirate ad alleggerire la pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e una esigibilità della contrattazione in fabbrica – evidenziano i sindacati .
L’Esecutivo deve adottare politiche mirate a contrastare delocalizzazioni e le chiusure, a sostenendo l’attrattività degli investimenti industriali. Investire per creare occupazione, attraverso il consolidamento di alcuni settori in cui siamo leadership e attraverso incentivi per l’ecosostenibilità del nostro sistema industriale.
Un investimento – continuano Fiom, Fim e Uil trevigiane – che non può prescindere dall’affrontare seriamente la questione della sicurezza sul lavoro”.
E anche sul fronte della previdenza le sigle metalmeccaniche ribadiscono la propria insoddisfazione chiedendo un sistema previdenziale “più equo, più flessibile e più solidale in cui l’età pensionabile tenga conto del lavoro che realmente si è svolto, con particolare attenzione alle mansioni usuranti”.
(Fonte: Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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