La procura ha iscritto sul registro degli indagati il nome di Maurizio Grigolin per la morte di Aziz Diop, l’operaio 23enne precipitato mercoledì all’interno dello stabilimento Fornaci Grigolin Spa di via ex Bombardieri a Ponte della Priula.
L’imprenditore, in qualità di legale rappresentante dell’azienda, è indagato con ipotesi di reato di omicidio colposo.
Un atto anche a garanzia dell’indagato per consentirgli di prendere parte agli accertamenti irripetibili che saranno svolti durante le indagini affidate allo Spisal dell’Usl 2.
Intanto il sostituto procuratore Massimo Zampiccini, che si sta occupando del fascicolo, ha fissato per mercoledì l’affidamento dell’incarico al medico legale Alberto Furlanetto che dovrà accertare la causa della morte del giovane, caduto da un’altezza di circa 20 metri mentre lavorava alla pulizia dei forni con un’idropulitrice.
Il magistrato ha disposto anche il sequestro degli indumenti indossati dal giovane al momento della caduta. L’obiettivo della procura è accertare se il giovane abbia avuto un malore o se la caduta sia stata provocata da una manovra errata durante le operazioni di pulizia.
E soprattutto se, come previsto dalle normative, il 23enne che era assunto come apprendista manutentore, indossasse i presidi richiesti per garantirgli di lavorare in sicurezza.
“I famigliari di Aziz hanno un’unica priorità che è quella di riportarlo in Senegal dove lo aspetta la mamma – commenta il legale della famiglia Tino Maccarrone -, ma sanno che l’autopsia è fondamentale per chiarire cosa è successo al giovane. La famiglia ha fiducia nella magistratura e si aspetta che sia fatta totale chiarezza sull’infortunio”.
I parenti di Aziz hanno accusato pesantemente la Grigolin smentendo quanto dichiarato inizialmente dall’azienda tramite i propri legali Fabio Pinelli ed Enrico Feletto: “Il giovane indossava i dispositivi di protezione ed era in un luogo sostanzialmente sicuro per questo non riusciamo a spiegarci cosa possa essere accaduto. L’azienda ha sempre rispettato le normative a tutela della salute e sicurezza dei propri dipendenti, la cui salvaguardia costituisce, senza tema di smentita, un’assoluta priorità”.
Secondo i famigliari, invece: “Aziz stava lavorando su una struttura priva di parapetto, senza essere legato e senza alcuna protezione”.
Ed è per questo che ora chiedono giustizia: “Aspettiamo l’esito delle indagini – continua l’avvocato Maccarrone, che sta valutando l’opportunità di nominare un consulente di parte per l’autopsia -, ho visto alcune foto del luogo dell’incidente e se Aziz è caduto in quel punto, è evidente che non c’erano protezioni”.
La famiglia si aspetta chiarezza anche nel caso che il giovane sia stato stroncato da un malore: “È chiaro che se la causa della morte è naturale, cambiano alcune cose ma la questione della sicurezza e del rispetto delle normative rimane e va accertata”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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