Oggi l’ultimo saluto al campione dei pesi massimi Bepi Ros: “I suoi risultati dovuti alla determinazione e all’impegno tipici della nostra gente”

I guantoni usati durante la carriera e la medaglia di bronzo vinta alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 posti sopra la bara all’interno della chiesa di Santa Maria del Piave dove sono state più di 300 le persone che hanno voluto salutare per l’ultima Giuseppe ‘Bepi’ Ros, mancato a 79 anni giovedì 17 febbraio. Altre invece hanno atteso all’esterno della chiesa in assoluto silenzio.

La ‘roccia del Piave’ ha fatto sognare un’intera generazione di ragazzi di queste zone con le sue imprese e le sue vittorie, ma sempre con umiltà. Spingendoci a fare ‘di più’ anche noi per il nostro territorio” ha spiegato un presente all’esterno della chiesa al termine della funzione.

Alla cerimonia funebre, a rappresentanza delle amministrazioni comunali, anche il vicesindaco di Mareno di Piave (Comune di nascita di Bepi) Andrea Modolo e l’assessore di Susegana Enrico Maretto.

Proprio a Susegana, Bepi Ros ha passato gran parte della propria vita facendo diversi lavori e aiutando la moglie nella gestione del bar “Ai Casoni” fino a quando la malattia non lo ha costretto a letto negli ultimi anni di vita.

“Bepi Ros, pur venendo da un piccolo paese – ha spiegato don Walter Gatti durante l’omelia – ha ottenuto grandi risultati dovuti a una determinazione, sacrifici e impegno tipici della gente delle nostre zone. A livello spirituale la vita può essere ricondotta a un incontro in cui ci sono vittorie ma anche sconfitte, come nel caso di Bepi la sua malattia fino alla resa dei conti finale in cui ci si affida alla misericordia di Dio”.

“Cosa è un sogno? – ha chiesto alla fine della funzione Giocondo Zanchetta, amico di Bepi – è ciò che senza volere ci hai fatto vivere a 20 anni quando con i tuoi incontri e le tue vittorie hai emozionato amici e paesani di Santa Maria del Piave. Perché eravamo felici per i tuoi successi e perché con la tua semplicità ci facevi sentire tuoi amici, quasi fratelli, quando eri felice per una vittoria o deluso per una sconfitta. Oggi ti vogliamo ringraziare per quello che ci hai donato. Per la gioia di sentirci giovani e vivi sul ring della vita. Grazie per tutto ciò che hai rappresentato nella nostra vita. Arrivederci roccia”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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