Essere mulatti e avere i capelli rasta può rappresentare un grande vantaggio, soprattutto quando per il casting di un’importante miniserie televisiva italo-statunitense il regista cerca proprio un ragazzo chiamato a interpretare il figlio di un americano.
Per questo Sean Otuoke, 13enne di Susegana che frequenta il Collegio Vescovile Balbi Valier a Pieve di Soligo, è stato scelto senza troppa difficoltà sia per il suo fisico, visto che è alto un metro e 85 centimetri ed è un grande appassionato di basket, sia per il colore della pelle.
La miniserie nella quale Sean ha fatto la comparsa è “We Are Who We Are”, co-creata e diretta da Luca Guadagnino per HBO e Sky Atlantic.
La miniserie si concentra sulla vita di due adolescenti americani che vivono in una base militare statunitense a Chioggia, nel 2016.
In realtà non è la prima esperienza di questo tipo per Sean, perché fin da piccolo è stato avvicinato al mondo dei servizi fotografici, degli spot e della moda in generale.
Tra le varie esperienze la famiglia ricorda quella per i 30 anni della Diesel Kids ma anche lo spot sull’alimentazione per il Ministero della Salute e la copertina di Vogue Bambini.
Purtroppo, i casting sono sempre a Milano o in altre città e gli impegni scolastici di Sean, che ha il sogno di diventare un diplomatico impegnato nella lotta per i diritti umani, non gli permettono di dire di sì a tutte le proposte che gli arrivano.
“Nell’esperienza della miniserie televisiva diretta da Luca Guadagnino per HBO e Sky Atlantic – spiega la zia Maurizia – Sean si è divertito molto, soprattutto quando ha compreso cosa avviene dietro le quinte di una serie di questo tipo. Lui è seguito da un’agenzia che si occupa di moda e casting cinematografici di Milano ma ora gli impegni scolastici hanno la priorità. Abbiamo rinunciato a tante esperienze anche perché siamo troppo lontani dai luoghi dove si fanno i casting”.
“Mio nipote è maturato tanto da quando ha iniziato a conoscere questo mondo – conclude Maurizia – È diventato più consapevole delle sue capacità e ora si sente più forte anche quando deve combattere contro qualche parola di troppo sul colore della sua pelle o su alcuni commenti del tipo ‘hai i capelli come la paglia’. Anche grazie a quei capelli e al colore della sua pelle, infatti, è stato scelto per la miniserie ‘We Are Who We Are’ ma la cosa che ci inorgoglisce di più è il suo desiderio di battersi per i diritti umani”.
(Foto: Anna Bussolotto).
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