Raggiunta a Mestre l’ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto integrativo, che poi dopo 14 anni, sarebbe un importante risultato per tutte le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Electrolux ed Electrolux Professional, ma manca la firma di buona parte delle Rsu Fiom Cgil, trainate dai delegati dello stabilimento di Susegana.
L’ipotesi di accordo, raggiunta dopo una lunga trattativa, coinvolge circa 6.000 lavoratrici e lavoratori nei 7 stabilimenti del gruppo e prevede miglioramenti salariali e normativi, che vanno da un incremento di 838 euro del Premio di Risultato, alle indennità sulle ore di straordinario, sostegno alla genitorialità, fino alla stabilizzazione di 108 lavoratrici e lavoratori attualmente precari, solo per citarne alcuni.
“Quest’Ipotesi di accordo rappresenta quindi un importante risultato per tutte le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Electrolux che, dopo molti anni di crisi e ricorso al contratto di solidarietà, rinnovano finalmente il contratto di secondo livello, confermando il ruolo che da sempre svolgono nelle relazioni sindacali a livello locale e nazionale”.
Lo dichiarano a seguito della firma dell’Ipotesi di accordo Michela Spera e Alberto Larghi, coordinatori del Gruppo Electrolux ed Electrolux Professional per la Fiom nazionale
Le assemblee per illustrare i contenuti dell’ipotesi di accordo verranno svolte in tutti gli stabilimenti del gruppo a partire dal 27 aprile e si concluderanno il 13 maggio. L’accordo entrerà in vigore dopo l’approvazione, tramite referendum, da parte delle lavoratrici e lavoratori interessati.
E ora quindi la parola passa ai lavoratori, ma non sarà semplice. C’è già una prima presa di posizione, perché se sull’accordo nazionale dei metalmeccanici il no di Susegana era scontato, sull’integrativo magari no. Invece quello che è stato definito un accordo tra strutture sindacali e azienda ha ottenuto ancora il giudizio negativo della Rsu di Susegana.
Nessuno ha firmato e per la prima volta nella storia Electrolux la maggioranza del coordinamento nazionale Rsu Fim, Fiom e Uilm non ha firmato l’accordo: se non è scontro aperto poco ci manca.
“Ma la parola spetterà alle assemblee e poi per metà maggio voto con Referendum. – dicono i “ribelli” – No a più orari con straordinari concordati a livello di gruppo e esigibili a piacimento a livello di stabilimento. Meno straordinari più stabilizzazioni. No all’arbitrarietà dei padroni. I sindacati nazionali sono in confusione, chiedono più ore di lavoro per tutti che significa sempre meno occupazione”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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