Fiori commestibili ed etichette-acquerello: le storie di due giovani imprenditrici tarzesi

Due giovani donne con alle spalle già grandi successi dovuti dalla loro spiccata inventiva e conoscenza: Anika Collodel e Margherita Eva Mozzato si sono raccontate ieri sera a “Incontro tra gusto e arte” nell’oratorio “Don A. Lucchetta” a Corbanese di Tarzo. Un evento che ha dato il via alla tradizionale Festa Settembrina.

Organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura del Comune di Tarzo, Parrocchia di Corbanese, Pro Loco di Corbanese e Coldiretti, “Incontro tra gusto e arte” voleva raccontare le storie di due giovani imprenditrici del territorio tarzese: esempi di amore verso il proprio territorio, studio e tanta creatività.

Anika ha 33 anni e lavora nell’azienda agricola Bozzon Piera di Negrisia e proprio qui ha creato delle speciali etichette per le bottiglie di vino utilizzando l’arte dell’acquerelloQuesta sua idea le ha fatto vincere la categoria “Campagna Amica” dell’edizione 2023 dell’Oscar Green Veneto.

Margherita Eva ha 26 anni e lavora nell’azienda agricola “MargheritaEva” dove ha realizzato un progetto volto al recupero di una valle e di un micro habitat. Qui ha dato vita a dei piccoli terrazzamenti con pacciamatura naturale in paglia e, con la famiglia, coltiva circa 200 specie di essenze floreali per la produzione di petali commestibili e trasformati nel nuovo laboratorio PPL. Questo progetto la ha fatta salire sul gradino più alto del podio ottenendo il premio nazionale “Giovane Imprenditore Agricolo” indetto da Coldiretti Giovani.

“Queste due ragazze sono motivo d’orgoglio per la nostra comunità – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura e alle Attività produttive Vincenzo Sacchet -. Due giovani che si stanno impegnando nel settore agricolo raggiungendo degli obiettivi importanti ed è giusto farle conoscere anche come stimolo alle nuove generazioni”.

“Due ragazze che hanno dato un valore aggiunto al proprio prodotto e alla propria terra – ha aggiunto il presidente di Coldiretti Treviso Giorgio Polegato -.  Un packaging unico con delle immagini che valorizzano i prodotti e, in un territorio difficile e impervio, si è dato valore a dei fiori edibili: esempi di ragazze che, mettendosi in gioco, hanno fatto la differenza. Hanno dimostrato che, con impegno, passione e determinazione, dei prodotti alla portata di tutti possono dare vita a delle realtà diverse e originali”.

“Stiamo cercando di riportare alle origini la nostra Festa Settembrina – ha detto la presidente della Pro Loco di Corbanese Micaela Campardo -. Parlare di due giovani ragazze imprenditrici di Corbanese durante la nostra tradizionale festa, ci sembrava un’idea vincente”.

Anika Collodel e le sue etichette-acquerello 

“Non volevo che l’azienda storica di famiglia, con tutti i sacrifici che hanno fatto durante gli anni, finisse con mio nonno e quindi nel 2009 l’abbiamo presa noi in mano – racconta Anika -. Avevo studiato tutt’altro, design della moda, però ho sempre portato avanti parallelamente fin da piccola la passione per la terra. Una volta ottenuta la laurea, ho deciso di accantonare la passione per la moda proseguendo con quella del mio territorio”. 

“Un po’ di anni fa avevo creato un etichetta molto commerciale e basica fatta al computer, ma mi ero resa conto che non rappresentava l’azienda e il prodotto – continua – . Prendendo spunto dalla natura e dall’arte, ho optato per farla a mano con acquarello perché mi piaceva molto la tecnica. Nella nostra azienda ci sono gli animali e tanti fiori quindi, per rappresentarla, ho deciso di fare proprio quelli, diversificando il disegno in base al contenuto delle bottiglie. Da quando abbiamo deciso di cambiare etichette, c’è stato un incremento delle vendite. C’è chi le colleziona e, in alcuni casi, le bottiglie sono diventate anche oggetti di design”.

“Ad un certo punto mi sono domandata se fosse una vera passione o meno: ho scoperto che sto bene in mezzo ai vigneti, un ambiente che ha creato mio nonno e che non voglio distruggere – prosegue Anika -. Sono fiera di essere contadina e tante persone ci invidiano, pagherebbero oro per essere in mezzo alla natura. Ti rendi conto delle piccole cose e capisci la forza della natura. La tecnologia nella mia azienda non c’è. Si fa tutto manualmente e negli ultimi anni ho capito fosse un punto a favore. In questo modo si riesce a realizzare un prodotto unico che non si può replicare. Nel vigneto e nel cemento vedo un’anima rispetto alla tecnologia e all’acciaio”. 

“È stato essenziale far parte del Gruppo giovani di Coldiretti perché ci ha unito facendoci conoscere i vari concorsi e molte realtà imprenditoriali che mi hanno fatto aprire la mente. Una possibilità anche di crescita grazie alle collaborazioni che possono nascere tra di noi – conclude -. È importante far capire agli altri giovani che partecipare agli eventi Coldiretti non è una perdita di tempo, ma una possibilità di crescita personale. Se rimani chiuso nel tuo guscio, è dura andare avanti. Il premio ha portato curiosità, in molti oggi mi chiedono la storia delle etichette, e dell’azienda”. 

Margherita Eva Mozzato e la sua azienda di fiori commestibili 

“L’idea della nostra azienda è quella di valorizzare il nostro territorio che, se non lo curassimo, sarebbe abbandonato al degrado – ha spiegato Margherita Eva -. Abbiamo aperto la nostra azienda 20 giorni prima del Covid quindi fin da subito, con la chiusura dei ristoranti con i quali lavoravamo, abbiamo dovuto dare prova di resilienza. Noi produciamo fiori commestibili, piante officinali e piccoli frutti e lo facciamo in una piccola collina a Tarzo”. 

“Una zona Docg ma dove non si potevano piantare vigneti – continua -. Per non abbandonarla al degrado, insieme ai miei genitori abbiamo recuperato a mano il territorio collinare e attualmente coltiviamo centinaia di specie di fiori. La passione per le piante l’ho sempre respirata in casa. È stato il luogo a chiamarci e a chiederci di valorizzarlo. Insieme ai miei genitori, ognuno con le proprie competenze, abbiamo ristrutturato la piccola collina e ci siamo buttati in questo ambito”. 

“In questi anni c’è stato un ritorno allo stile di vita sano e riavvicinato alla natura, quindi abbiamo pensato di appoggiarci sì ai fiori però commestibili – prosegue – Noi cerchiamo di dare un prodotto più puro possibile con la minima quantità di zucchero. Non ci sono ricettari allegati perché vorremmo che ognuno sperimentasse, ogni prodotto può essere utilizzato abbinandolo a moltissimi cibi”.

“Dove lavoro è la terra a decidere – aggiunge – Riconosco il valore della tecnologia in ambito agricolo ma preferisco lavorare a mano. Crescendo le piante da quando sono semini, non riuscirei mai a lasciarle a delle macchine che potrebbero distruggerle”. 

“Ringrazio Coldiretti per aver messo in contatto così tanti giovani dandoci la possibilità di conoscere realtà imprenditoriali diverse – conclude Margherita Eva -. A volte si pensa di avere già un cammino segnato ma, conoscendo altri giovani e nuove realtà, la nostra mente si apre a nuove prospettive di crescita personale. È importante valorizzare le idee dei ragazzi. I primi anni ho lavorato la terra e basta ma ad oggi ho imparato che bisogna fare anche gli imprenditori: farsi  conoscere come azienda e territorio, creando nuove reti e collaborazioni”. 

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it 

Total
0
Shares
Articoli correlati