Durante il 50° della “Festa della Castagna” sabato 1° ottobre, nella piazza di Tarzo è stata inaugurata la scultura monumentale “Albero del pane” dell’artista del ferro di Miane Valentino Moro. Un’opera dedicata al sacrificio e all’impegno di tutti i volontari della Pro Loco.
La scultura raffigura l’albero del castagno, simbolo della festa organizzata dalla Pro Loco di Tarzo. Una fonte alimentare ed economica importante, quella derivante delle castagne, per le popolazioni rurali di questo territorio tra il 1400 e 1600. Una raccolta, cura e consumo che in quegli anni veniva regolato perfino con degli statuti ufficiali tramite numerose norme. Nella comunità della Vallata si era costituita una vera e propria Civiltà del Castagno.
Dopo una grave diminuzione del patrimonio castanicolo avvenuto negli anni ’50, ad oggi la castanicoltura è oggetto di un rinnovato interesse. Le castagne sono diventate a tutti gli effetti una tradizione autunnale riscuotendo molto successo: circa una quindicina i Comuni che vengono invasi per la raccolta dei Marroni ogni anno.
“Per festeggiare i 50 anni della ‘festa delle castagne’ – spiega Luciano Piaia, presidente della Pro Loco – abbiamo voluto dare questo omaggio a tutte le persone della Pro Loco e prima della polisportiva che hanno fatto nascere e crescere questa festa. I primi anni (dal 1970) erano anni di sacrificio e tanto impegno ma i volontari non si sono arresi, riuscendo a portare la festa fino ai giorni d’oggi”.
“Un evento nato – conclude – per finanziare il ripopolamento del castagno e la polisportiva, un’associazione di sport per i ragazzi e famiglie tarzesi e no. La Pro Loco di Tarzo è nata per dare qualcosa alla nostra comunità e questo è un omaggio per loro e per tutte le istituzioni che ci hanno aiutato in questo percorso”.
“Tutto è iniziato da una richiesta della Pro Loco di Tarzo – spiega l’artista Moro – per festeggiare il 50° avversario. Ho pensato quindi a questo vecchio castagno con questa grossa corteccia tutta sgualcita, morta che parte da una roccia e diventa una panchina. È possibile quindi sedersi e godere della bellezza di questo piazzale. Il nome ricorda quello che hanno passato i nostri anziani, compresi i miei genitori. Nel periodo della raccolta delle castagne, infatti, sopravvivevano meglio perché esse erano risorse alimentari ed economiche importanti”.
“Ho preso una grossa lamiera e l’ho sagomata – continua – per dare la forma di questa corteccia. La parte grossa del tronco è tagliata con la fiamma ossidrica da una lamiera che poi viene lavorata e forgiata. All’interno del tronco, parte un ramo sempre forgiato, potente che si scaturisce poi verso l’alto e orizzontalmente. Ho stilizzato poi delle foglie, forgiate e sagomate, e tre ricci formati da 400/500 aghi molto grandi, non veritieri in modo da poterli vedere anche da lontano”.
“La scultura – conclude – l’ho lasciata in acciaio Corten in modo che ricordi i colori della terra. Il ferro è un elemento della nostra terra che, tramite l’opera, viene restituito al nostro territorio con il suo colore naturale, mimetizzandosi nel contesto. È una scultura naturale ed ecologica”.
All’inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Tarzo e neo deputato Gianangelo Bof, il presidente di Banca Prealpi SanBiagio Carlo Antiga e il consigliere regionale Alberto Villanova.
(Foto: Facebook).
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