La minoranza di Tarzo diserta ancora il consiglio: tempistiche di convocazione non a norma

Il gruppo di minoranza di Tarzo, sabato scorso, ha disertato nuovamente il consiglio comunale. La motivazione è sempre la stessa, ovvero la consegna tardiva dell’avviso di convocazione da parte della giunta: “I consiglieri di minoranza comunicano di non partecipare al consiglio comunale vista la non conformità della convocazione in base al regolamento comunale – si legge in documento recapitato al sindaco Vincenzo Sacchet il giorno prima della seduta, venerdì 4 maggio – Nello specifico in base all’articolo 29 del regolamento del funzionamento del consiglio comunale (qui) e all’articolo 13 dello Statuto del Comune di Tarzo (qui)”.

Dopo non essersi presentato al consiglio dello scorso 26 aprile per le stesse motivazioni (qui l’articolo), il gruppo di minoranza ha deciso quindi di servire il bis. “Non hanno rispettato i termini: l’avviso di convocazione ci è stato spedito venerdì 27 aprile, ma il regolamento parla di cinque giorni lavorativi  di preavviso, escluso il giorno dell’invio e quello della seduta – ribadisce Adriano Faraon (nella foto),  capogruppo di Agire Insieme – Il giorno dopo era sabato e quello dopo ancora domenica. Il martedì della settimana successiva era il Primo maggio. Rimanevano quattro giorni a disposizione prima del consiglio: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì”.

Nonostante la richiesta di un nuovo rinvio “secondo i termini dello statuto comunale”, però, la seduta si è svolta regolarmente, ovviamente con la sola presenza della maggioranza. “Abbiamo ascoltato diversi pareri: eravamo in regola – spiega il primo cittadino – Rimango allibito: ci hanno detto che non si sarebbero presentati all’ultimo, senza darci modo di discuterne. Bastava una telefonata. La mia disponibilità è stata massima, tant’è che l’ordine del giorno dello scorso 26 aprile l’ho ritirato: avevano ragione. Ma questa volta no, a maggior ragione perché ho deciso di convocare il consiglio in un giorno neutro come il sabato mattina proprio per venire incontro alle esigenze di tutti… Più di così non saprei che altro fare”.

Diverso il punto di vista della minoranza. “Se non sanno fare i conti è meglio che si dimettano – attacca Faraon – Siamo in democrazia e le regole vanno rispettate: se non si rispettano significa che c’è qualcosa che non va”.

(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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