Il Comune di Tarzo, in attesa dell’approvazione dell’ultima versione del regolamento di Polizia rurale, conferma per il terzo anno il divieto temporaneo dell’utilizzo di prodotti erbicidi e fitosanitari contenenti il principio attivo del glifosate sull’intero territorio comunale fino al 31 dicembre 2019. Come da titolo del documento, il provvedimento, in vigore dallo scorso venerdì, è mirato alla tutela della salute pubblica e quindi del suolo, delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano.
La necessità del divieto nacque da alcuni rilevamenti effettuati dal “Dipartimento di Prevenzione – Distretto Pieve di Soligo dell’Ulss 2” che evidenziarono delle problematiche in relazione alla presenza di glifosate e del metabolita Ampa in alcuni pozzi del Coneglianese. Nello specifico, le analisi del 2016 indicarono valori di concentrazione prossimi ai limiti di legge. Da qui, a partire dal 1° marzo 2017, la decisione di proibire l’erbicida nei Comuni di Conegliano, San Pietro di Feletto, Colle Umberto, Vittorio Veneto e Tarzo, appunto, appartenenti allo stesso bacino imbrifero.
Lo scorso 25 febbraio, quindi, l’Ulss 2 Marca Trevigiana con una nuova nota ha proposto a Comuni la reiterazione del provvedimento. Un invito accolto favorevolmente dal sindaco Vincenzo Sacchet: “Già negli ultimi due anni, grazie alle ordinanze passate, abbiamo visto che l’utilizzo del glifosate è diminuito del 90 percento, dimostrando che un’agricoltura libera da questo potente erbicida è possibile – conferma il primo cittadino – A beneficiarne non è solo l’ambiente e per questo, quando ci sono delle migliorie da apportare, è giusto farlo: è probabile che da qui ai prossimi anni il glifosate verrà totalmente escluso dai processi in agricoltura, per andare verso una produzione sostenibile”.
Il provvedimento interesserà tutto il territorio comunale, comprese le aree pubbliche e private, agricole ed extra agricole. Come negli ultimi due anni, dunque, sarà d’obbligo utilizzare sistemi meccanici di taglio, il pirodiserbo e il diserbo a vapore che non producono effetti collaterali e/o rilasciano sostanze indesiderate sia nei terreni che nelle acque. Chi non rispetterà il divieto potrà andare in contro a multe salatissime, da 80 fino a 500 euro.
(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
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