La giunta del sindaco Vincenzo Sacchet (nella foto) non approva il “Disciplinare tecnico per la conservazione del paesaggio”, documento che la Regione Veneto ha chiesto di adottare ai 28 Comuni compresi nel territorio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene candidate a Patrimonio Unesco. Una decisione in controtendenza quella del Comune di Tarzo, che pur appoggiando la candidatura del territorio, rischia di minarne l’esito positivo.
All’origine della “bocciatura” del regolamento da parte della giunta Sacchet vi sono alcune perplessità che il sindaco ha già portato all’attenzione dell’assessore al territorio, cultura e sicurezza, Cristiano Corazzari, e del presidente Luca Zaia. Nel merito, il primo cittadino e la sua giunta puntano il dito contro alcune restrizioni che il Comune dovrebbe rispettare nel caso il riconoscimento venisse ottenuto.
Dopo il rinvio dello scorso giugno in Bahrain, infatti, il comitato tecnico sta preparando un nuovo dossier da presentare alla commissione giudicatrice il prossimo giugno, in accordo con le indicazioni di Icomos, organo consultivo dell’Unesco per quanto riguarda i Patrimoni dell’umanità.
“Secondo l’ultima cartografia ricevuta, pervenuta all’ultimo, Tarzo si troverebbe ad essere l’unico Comune per il 90% all’interno della cosiddetta core zone (l’area principale e di maggiore tutela del bene Patrimonio dell’Umanità, ndr) – osserva Sacchet – Il che potrebbe sembrare un bene, ma bisogna tener conto anche delle conseguenze: in questo modo, si aggiungerebbero nel regolamento edilizio ulteriori vincoli, che a nostro avviso produrrebbero un effetto negativo sul paese”.
Il disciplinare prevede, infatti, una suddivisione del territorio a seconda della presenza o meno nei diversi Comuni delle caratteristiche da tutelare. Nel concreto, Tarzo, quasi interamente nella “core zone”, dovrebbe sottostare a maggiori vincoli rispetto ai Comuni della “buffer zone” o, nel terzo caso, semplici sottoscrittori del Protocollo.
Eventuali opere o attività in paese, insomma, sia che riguardino l’ambiente agrario che la sfera edilizia, dovrebbero risultare compatibili secondo criteri ritenuti troppo stringenti dalla giunta. Un regolamento, in conclusione, che rischierebbe di trasformare il riconoscimento Unesco in un boomerang.
(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
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