“Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il ventiquattro Maggio” inizia così la “Canzone del Piave”, scritta da Giovanni Ermete Gaeta proprio nei giorni finali del tentativo austriaco di sfondare le nostre linee sul Piave per vincere così la Grande Guerra.
Gli austriaci furono respinti e la gratitudine nei confronti dei fanti fu fin da subito enorme. A testimoniare questo legame mai spezzato, si è svolto tra sabato e domenica a Tarzo il 19esimo raduno provinciale dei Fanti, che è coinciso con il sessantesimo della costituzione della Sezione Fanti di Tarzo e il decennale della sua ricostituzione.
Già sabato mattina con l’alzabandiera e la deposizione della corona d’alloro al monumento dei caduti di Tarzo Corbanese e Arfanta e con il convegno alla sera sulla storia della Fanteria d’Arresto curato dal presidente nazionale dei fanti generale Pietro Maccagnano, si era avuto un assaggio della manifestazione.
Ma è nella giornata di ieri che si è raggiunto il clou: dall’ammassamento alla sfilata dei radunisti lungo la principale via Roma, accompagnati dalla banda musicale di Follina, fino alla santa messa, è stato un crescendo di emozioni.
Hanno sfilato in cinquecento, provenienti dalle sezioni di tutta la Provincia insieme ad alcuni gruppi di Padova, Cividale, Levico e Trento. Tante le autorità civili e militari presenti, che hanno nobilitato l’evento.
Particolarmente toccante l’inaugurazione del nuovo monumento dedicato ai Fanti caduti in tutte le guerre e al “Milite ignoto”, voluto e realizzato dalla sezione di Tarzo, presieduta da Aurelio Dal Gobbo.
L’ammainabandiera e il pranzo allo stand della Proloco di Tarzo hanno chiuso le celebrazioni che sono state l’occasione per tanti commilitoni di rivedersi e darsi appuntamento al 2020.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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