“L’oggetto specifico della mia attuale denuncia penale sono le dichiarazioni attuali di non agibilità/abitabilità dei due fabbricati di via Ruio conseguenti e derivate pretestuosamente dalle vicende di allora”.
A parlare è A.P. – privato che la scorsa estate si prodigò per l’arrivo a Tarzo di alcuni ragazzi afghani e pakistani – che chiarisce la sua posizione in merito alla querela sporta alla sorella e che tra gli altri coinvolge anche il sindaco Vincenzo Sacchet e l’Ulss: “Hanno murato le porte di una casa di cui sono in possesso a nome di una fondazione istituita da mia madre. Si tratta di un bene con un legame testamentario alle madri dei bambini dei corridoi umanitari”, spiega A.P, riferendosi alla proprietà contesa di uno dei due edifici.
Secondo l’uomo, le accuse di precarietà delle abitazioni mosse dal Comune, che aveva mandato in sopralluogo l’Ulss, sarebbero infondate. “I due immobili erano abitabili, ma dovevano essere puliti – sostiene ancora l’uomo – Gli allacciamenti ci sono sempre stati, mancava l’erogazione”.
“Quanto la fugace presenza di rifugiati in via Ruio dello scorso agosto, si trattava di ragazzi (con regolare permesso di soggiorno, ndr) che facevano il doppio lavoro nel periodo delle vendemmie. Venivano qui in pulmino per pulire e sistemare le abitazioni, in vista anche della festa internazionale della pace che avremmo promosso. Nessuno ha soggiornato, semmai qualcuno di loro ha pernottato che è ben diverso”. Una permanenza breve, quella in paese. “Sono andati via perchè non avevano pace”, osserva l’uomo.
A.P. si esprime anche sulla recente ordinanza del Comune nei suoi confronti. “Il provvedimento ordina di effettuare una valutazione dello stato di conservazione delle parti in amianto in una delle due abitazioni. Si parla di verifica dello stato di salute dei materiali, quindi, non di bonifica, cosa che mi impegnerò a portare a termine”.
(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
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