“La guerra potrà mai avere un vincitore?”, oggi la cerimonia in ricordo dei 10 “Martiri di Zapparè”. Bonesso: “Il tempo ha lenito le indicibili sofferenze”

Trevignano - martiri zapparè
La commemorazione a Trevignano in ricordo dei 10 martiri del borgo di Zapparè

Questa mattina si è svolta a Trevignano la cerimonia in ricordo dei 10 “Martiri di Zapparè”. Presenti alla cerimonia il sindaco Franco Bonesso con la giunta e i consiglieri comunali, l’assessore montebellunese Maria Bortoletto, la Polizia locale, la Protezione Civile e alcuni rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma del paese.

Durante la Seconda guerra mondiale le truppe tedesche avevano vietato agli abitanti di Trevignano di dare asilo ai partigiani, minacciando rappresaglie sulla popolazione. Nel 1945 un gruppo di partigiani si rifugiò in alcune case contadine della borgata di Zapparè: dopo aver scoperto il fatto, i tedeschi circondarono la zona ma i partigiani riuscirono a fuggire.

A quel punto la rappresaglia fu spietata: dopo lo scontro nella notte tra il 21 e 22 marzo, furono incendiate alcune case di Zapparè e vennero arrestati 10 uomini tra le famiglie sospettate di aver collaborato con i partigiani. Condotti a Montebelluna, i 10 uomini vennero fucilati nell’area dove ora si trova la biblioteca della città.

“Siamo qui oggi perché siamo una comunità e una comunità non dimentica – ha affermato il sindaco Bonesso -, non può dimenticare! In questo luogo mercoledì 21 marzo 1945, 78 anni fa, avvenne una battaglia che si concluse alle prime ore del 22 marzo. Durante la battaglia rimasero uccisi Ugo Bottacin, di 17 anni, e il carabiniere Felice Franceschini, detto Checco, partigiani, e uno o due tedeschi, vennero bruciate due case e una stalla”.

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Alla commemorazioni erano presenti le autorità locali e le associazioni combattentistiche e d’arma del paese

“Alla fine della battaglia – continua – 10 uomini di Zapparè vennero portati a Montebelluna e barbaramente uccisi accanto al muro del campo sportivo alle 7 del mattino di giovedì 22 marzo, mitragliati senza alcun esame o processo e senza alcuna assistenza religiosa. I nostri dieci martiri sono: Pietro Bordin, Vettore Bordin detto Antonio, Battista Bordin detto Ernesto, Girolamo Durante, Pietro Durante, Lorenzo Durante, Giuseppe Durigon, Primo Durigon, Francesco Semenzin e Bruno Semenzin”.

“Questi terribili accadimenti – continua – sono stati sviscerati ed analizzati in ogni più piccolo dettaglio e 18 anni fa abbiamo raccolto tutto il materiale e realizzato un libro, affinché nulla di questa vicenda possa essere dimenticata. Citando l’intervento nel nostro libro di Ernesto Danieli: ‘La più illustre vittima della guerra è l’umanità stessa con tutti i suoi valori, tra cui la libertà, la verità, la solidarietà; infatti è sempre facile distruggere, molto difficile ricostruire. Alla fine, davanti a questi risultati e a tanto crudele esperienza, torna assillante la domanda: la guerra potrà mai avere un vincitore?’”.

“Ci troviamo qui – conclude -, davanti al monumento che ricorda l’accaduto, ormai senza sentimenti di odio o di rancore dopo che il tempo ha lenito le indicibili sofferenze. Ci troviamo qui dopo 78 anni quando le guerre non sono ancora finite, pensando a quello che sta succedendo ai confini della nostra ‘civile Europa’ in Ucraina. Vorrei che pregassimo e riflettessimo per tutti i deceduti di questa triste vicenda e per tutti i caduti delle guerre di ieri e di oggi”.

La parrocchia di Trevignano si è sempre fatta carico del ricordo dei “Martiri di Zapparè”: per questo la commemorazione di questa mattina ha avuto come momento centrale la Santa messa celebrata dal parroco don Silvio Caterino.

(Foto: Facebook).
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