“La proiezione esterna di confini risponde a un bisogno profondo, intimo dell’uomo: quello di avere un’identità“.
Una partecipata serata di confronto e riflessione, quella svoltasi ieri sera a Trevignano, nell’ambito della rassegna dei “Martedì in Villa” promossa dal Comune. Ospite d’eccezione dell’incontro, che si è tenuto al Teatro comunale di Falzè, il noto giornalista Toni Capuozzo, che nell’occasione ha dialogato con l’avvocato e amico Paolo Maran.
Una conversazione intervallata dalla lettura, da parte del vicesindaco Maria Giovanna Favero, di stralci dell’ultimo libro di Capuozzo, “Vite di confine”, e dall’accompagnamento musicale (alla fisarmonica) di Gianmarco Comaron.

Un volume in cui l’autore, originario di Palmanova, inviato di guerra per diverse testate giornalistiche televisive (ha seguito i conflitti nei Balcani, in Somalia, in Medio Oriente, in Afghanistan e in Iraq), accende i riflettori sul confine tra Gorizia e Nova Gorica (capitale della cultura europea 2025), luogo di transito dove si confrontano due popoli, proponendo un racconto del confine attraverso le vite di uomini e donne che hanno vissuto questa terra amandola o odiandola.
Il tutto con un rimando evidente, frutto di letture giovanili ancora attuali (“Non sono mai stato un bravo studente, ma sono stato un avido e perseverante lettore”, ha confessato l’autore), all’Antologia di Spoon River.

“Un libro che mi ha sempre accompagnato – ha sottolineato Capuozzo – Mi piaceva l’idea di poter raccontare la vita di una città e di una comunità anche attraverso i cimiteri“. Da qui l’idea di raccontare un confine, quello tra Gorizia e Nova Gorica, ben noto e caro all’autore, attraverso gli epitaffi di chi vi è nato o vi è morto.
“Ma i confini non segnano mai una divisione netta – ha ammonito Capuozzo – Soprattutto quelli geografici sono linee artificiose. Spesso il confine è anche un fatto mentale, che scaturisce dal momento in cui si inizia a dire ‘noi’ e ‘loro’“.
Non poteva mancare poi una riflessione finale sulla guerra e sui conflitti che, specialmente oggi, stanno insanguinando il mondo. “La guerra, alla fine, è una conta dei morti, una fabbrica di morte – ha concluso Capuozzo – Oggi, tragicamente, viene di nuovo considerata un’opzione, ma ho la sensazione che i nostri leader europei non abbiano la minima idea di cosa sia una guerra!”. E sul conflitto tra Russia e Ucraina ha aggiunto: “Giovedì dovrebbe esserci questo incontro (i colloqui previsti tra le due parti a Istanbul, in Turchia, ndr.). Ora c’è una situazione di stallo, la condizione ideale per aprire un vero negoziato che faccia tacere le armi”.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
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