Mollo tutto e scappo in Asia: i 110 giorni di Nikolas Torresan tra India, Nepal e Giappone

C’è un momento, nella vita di ognuno, in cui la quotidianità diventa una gabbia, il tempo sembra scorrere senza lasciare traccia e il bisogno di partire si fa impellente. Nikolas Torresan ha ascoltato questo richiamo dell’anima e ha scelto di andarsene, di perdersi per ritrovarsi.

L’appuntamento culturale settimanale dei Martedì in Villa, questa volta, ci ha accompagnati in un viaggio tanto geografico quanto esistenziale. Una fuga che si rivelerà un’inattesa via per scoprire orizzonti nuovi, esteriori e interiori.

La storia di Nikolas, raccontata nel suo libro 110 Giorni in Asia, è la storia di un viaggio fatto a 24 anni, nel 2019, quando subisce un doppio scossone: una delusione d’amore e la perdita del lavoro. Colpi duri che, invece di abbatterlo, lo spingono a compiere un salto nel vuoto. “Non ho più niente, non mi resta che partire”, racconta. Così, con uno sguardo a Skyscanner e un biglietto per la destinazione più economica, Nikolas si ritrova catapultato in India.

L’India mi ha preso a schiaffi e mi ha svegliato”. Il racconto di questo impatto è vivace e autentico: la frenesia di un mondo agli antipodi della sua quotidianità, la confusione e lo stupore, scenari a tratti bizzarri come quello che lo ha visto trovarsi sveglio all’alba su un marciapiede accanto a una capra. Tuttavia, proprio in questo disordine, trova una nuova direzione. Tra autobus sgangherati, incontri inattesi e ingegnosi truffatori, inizia a comprendere il valore della flessibilità, del lasciarsi sorprendere dalla vita senza rigidità.

Dopo due mesi in India, il richiamo delle montagne diventa irresistibile. Conosce viaggiatori che attraversano i confini via terra e decide di seguirne le orme. Il Nepal diventa il cuore pulsante del viaggio: trekking tra le vette himalayane, silenzi interrotti solo dal vento tra le rocce, la giungla popolata di tigri e la scoperta di una comunità dove l’unione fa la forza. “Camminando nella giungla con una guida locale, ho capito che da solo non sarei sopravvissuto. La comunità è fondamentale per l’essere umano”.

L’ultima tappa è il Giappone, una scelta tanto istintiva quanto significativa. “Disegnavo la mappa del Giappone e mi sono detto: perché non tentare?”. Dopo un volo da Kathmandu a Tokyo, si immerge in una realtà completamente diversa: ordinata, silenziosa, quasi surreale rispetto al caos indiano. Passa le giornate lavorando in un ostello, esplora le città e si ritrova in un karaoke bar con uomini in giacca e cravatta che cantano tra un bicchiere di sake e l’altro. “Guardando il tramonto da un grattacielo di Tokyo, ho capito di aver realizzato un sogno d’infanzia”.

110 Giorni in Asia è un diario di viaggio e, al contempo, una guida per chi sogna di partire e teme di non farcela. Nikolas racconta ogni dettaglio: i costi, le difficoltà, le strategie per adattarsi, ma soprattutto le storie e i dialoghi con le persone incontrate lungo il cammino. “Volevo rendere il racconto vero, autentico, lontano dagli stereotipi della letteratura di viaggio” puntualizza l’autore.

L’esperienza lo ha cambiato profondamente, portandolo a una nuova consapevolezza: la libertà di vivere con ritmi diversi, la bellezza dell’imprevisto e il valore dell’artigianato come forma di sostentamento. Oggi, insieme alla sua compagna Maggie, partecipa a fiere e mercatini, vendendo collane, bracciali e altre opere artigianali realizzate con le sue mani. Non si tratta solo di una professione, ma di un vero e proprio stile di vita, frutto di orizzonti esplorati che gli hanno insegnato a vivere “seguendo il flusso”.

Le cose migliori accadono quando smetti di programmare e ti lasci andare”. Parole, quelle di Nikolas, che ispirano il desiderio di partire, di esplorare, di oltrepassare confini fisici e mentali.

(Autore: Francesco Bruni)
(Foto: Francesco Bruni)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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