Domenica scorsa la comunità di Trevignano ha ricordato i 10 “Martiri di Zapparè” nella contrada dove 77 anni fa si consumò l’eccidio nazifascista che procurò una cicatrice indelebile nella memoria della cittadinanza.
Durante la seconda Guerra mondiale le truppe tedesche avevano vietato agli abitanti di Trevignano di dare asilo ai partigiani, minacciando rappresaglie sulla popolazione.
Nel 1945 un gruppo di partigiani si rifugiò in alcune case contadine della borgata di Zapparè: dopo aver scoperto il fatto, i tedeschi circondarono la zona ma i partigiani riuscirono a fuggire.
A quel punto la rappresaglia fu spietata: dopo lo scontro nella notte tra il 21 e 22 marzo, furono incendiate alcune case di Zapparè e vennero arrestati 10 uomini tra le famiglie sospettate di aver collaborato con i partigiani.
Condotti a Montebelluna, i 10 uomini vennero fucilati nell’area dove ora si trova la biblioteca della città.
In occasione del 50esimo anniversario della strage, gli abitanti di Trevignano hanno voluto ricordare i 10 “Martiri di Zapparé” con un monumento: nella lapide si ricordano anche tre dispersi durante la seconda Guerra mondiale e i quattro bambini morti in seguito allo scoppio di una bomba.
Presenti alla cerimonia di domenica il sindaco Ruggero Feltrin con una rappresentanza dell’amministrazione comunale, il parroco don Silvio Caterino, diversi cittadini e associazioni del paese oltre al sindaco di Montebelluna, Adalberto Bordin.
“Mai come in questo triste periodo di guerra è necessario ricordare la storia e ribadire il nostro convinto no alla violenza come mezzo per imporre il proprio volere – spiega l’assessore alla cultura e all’istruzione Maria Giovanna Favero – Lo abbiamo fatto anche domenica con gli alunni della quarta elementare, che hanno partecipato alla cerimonia pubblica che di solito veniva fatta nel pomeriggio della domenica successiva alla data del 22 marzo. Quest’anno abbiamo organizzato l’evento al mattino per facilitare la partecipazione delle famiglie”.
“Voglio sottolineare l’importanza e il significato simbolico della partecipazione dei bambini a questo momento importante per la nostra comunità – conclude – È stata una bella presenza, che ha colpito molto tutti noi. La guerra continua a produrre solo dolore e distruzione e dobbiamo cercare sempre una soluzione ai conflitti per evitare che si ripetano le tragedie che anche la nostra gente ha vissuto in passato”.
(Foto: Facebook).
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