68 anni fa Marcinelle: la tragedia in cui morirono anche tre trevigiani

68 anni fa la tragedia di Marcinelle

Oggi si celebra la Giornata Nazionale del Sacrificio del lavoro italiano, istituita in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle avvenuta nella miniera di carbone Bois du Cazier in Belgio l’8 agosto del 1956.

Dei 262 minatori deceduti, a perdere la vita furono anche cinque veneti: Mario Piccin 37enne di CodognèGuerrino Casanova 32enne di MontebellunaDino dalla Vecchia, 30enne di Sedico, Giuseppe Polese 22enne di Cimadolmo e Giuseppe Corso 35enne di Montorio Veronese.

Dei 275 operai entrati per il turno di lavoro uscirono vivi solo in 13.

La tragedia fu causata da un errore umano. Rimasero senza via di scampo, soffocati dall’ossido di carbonio e braccati dalle fiamme. Le operazioni di salvataggio andarono avanti per due settimane, fino a quando, il 23 agosto, uno dei soccorritori diede l’annuncio, in italiano: “Tutti cadaveri”.

Nei pozzi di Marcinelle c’erano i ventilatori che convogliavano e ripulivano l’aria per renderla più respirabile; ma furono proprio questi i motori della tragedia che si consumò alle 8.10 del mattino.

A quota -975 metri un vagoncino si sganciò dall’ascensore e tranciò la conduttura dell’olio; i cavi elettrici innescarono una fiammata enorme che fu alimentata dai ventilatori. Una tragedia che poteva essere dunque evitata.

In memoria dei lavoratori che hanno perso la vita, ogni anno in diversi Comuni viene ricordata questa giornata.

A Montebelluna, oggi svetta la bandiera a mezz’asta in occasione la “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, in onore anche del concittadino Guerrino Casanova, deceduto a soli 32 anni.

Decorato con medaglia d’oro al merito civile nel 2005 per avere “sacrificato la vita ai più nobili ideali di riscatto sociale. Luminosa testimonianza del lavoro e del sacrificio degli italiani all’estero, meritevole del ricordo e dell’unanime riconoscenza della Nazione tutta”, Casanova lasciò la moglie e due figli.

“La Giornata di domani e il ricordo di Guerrino Casanova si rinnovano anno dopo anno per non dimenticare come la nostra comunità sia estremamente legata al fenomeno dell’emigrazione. A tal proposito, qualche anno fa, nel 2018, Montebelluna ospitò una mostra dedicata alle storie di italiani nelle miniere del Belgio promossa ed organizzata dalla sezione dei Trevisani nel Mondo di Montebelluna per far conoscere alle nuove generazioni le tragedie e le sofferenze di tante famiglie italiane che sono state costrette ad emigrare per sopravvivere alla povertà. – commenta il sindaco Adalberto Bordin – Un fenomeno che, seppur dai contorni diversi, caratterizza anche molti giovani di oggi che scelgono di lasciare il nostro Paese per fare esperienza o crescere altrove”.

“Ma è anche l’occasione per riflettere e ribadire quanto sia importante promuovere e garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e a garantire condizioni di lavoro dignitose e adeguate a tutti i livelli” conclude il primo cittadino.

“Mario Piccin, una delle vittime della tragedia di Marcinelle, continua a vivere nei ricordi di Codognè anche grazie al monumento realizzato in ferro battuto dall’artista locale Egidio Saccon. – commenta il sindaco di Codognè, Jessica Masini – Il monumento è per noi particolarmente significativo perché simboleggia il casco e la piastrina che hanno permesso di identificare il minatore, contribuendo a ricordarci sempre come molti nostri connazionali e concittadini si siano sacrificati nel mondo nell’adempimento del loro dovere”.

Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ha voluto ricordare questa data.

“Uomini come noi, considerati soltanto come forza lavoro e che sono stati barattati con materie prime: braccia in cambio di sacchi di carbone sulla base di dettagliati accordi internazionali. – ricorda il presidente della Regione – Nell’anniversario della tragedia di Marcinelle non possiamo dimenticare che da questa cruda realtà dipendeva la vita di tanti nostri lavoratori che con l’emigrazione sono andati incontro a un duro destino, spesso neanche rispettoso delle minime condizioni di umanità, lasciando la loro terra. Se il Veneto oggi è uno dei poli produttivi più importanti d’Europa lo deve anche a loro che, pur partendo da condizioni terribili e anche mettendo in gioco la loro vita, si sono fatti ambasciatori del saper fare di noi veneti, della nostra capacità di guardare al futuro, della nostra voglia di costruire. Nella memoria della sciagura in Belgio nel 1956, l’8 agosto è il giorno per ricordare ma anche per esprimere gratitudine a coloro che, pagando un prezzo altissimo, hanno tanto contribuito al riscatto e alla crescita della nostra comunità”.

“I nomi dei Caduti a Marcinelle rappresentano un monito a non dimenticare tutta la storia della nostra emigrazione – aggiunge Zaia -. Li ricordiamo con affetto e riconoscenza, veri simboli di quel Veneto che ha conosciuto la povertà e il sacrificio, traendone quei valori che ne fanno una terra non insensibile alle difficoltà altrui e dove la solidarietà è vissuta concretamente. Sono, quindi, anche il motivo che ci spinge a continuare in quello che è già un nostro preciso impegno: creare le condizioni e le sinergie per garantire maggiore sicurezza e più dignità in tutti i luoghi di lavoro affinché nessuno debba più rischiare la vita o essere vittima di sfruttamento pur di assicurare una vita dignitosa alla sua famiglia”. 

(Autore: Luca Collatuzzo)
(Foto: Wikipedia)
(Articolo di proprietà di: Dplay Srl)
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