Con l’abolizione del test d’ingresso a Medicina, anche se ad ora rimane il numero chiuso, il sistema di selezione per gli aspiranti medici cambia radicalmente. Un cambiamento che, secondo il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, rappresenta un passo avanti rispetto al vecchio sistema basato su una prova unica di cultura generale. Al momento la modalità che verrà adottata sembra essere quella di una sorta di “sbarramento” dopo sei mesi in base al superamento di alcuni esami specifici.
“Era giusto abolire i test – spiega Benazzi – perché bastava una giornata negativa per un ragazzo per bruciarsi la possibilità di studiare Medicina. Ora la selezione avverrà attraverso esami specifici come chimica, fisica e biologia, che permetteranno di valutare le reali capacità degli studenti in modo più adeguato.”
L’abolizione del test d’ingresso non significa però che il numero chiuso sparirà del tutto: probabilmente verrà ampliato, ma la vera sfida resta la carenza di personale sanitario. “Solo nella nostra Ulss mancano 200 medici, mentre in tutta Italia il deficit supera le 35 mila unità”, sottolinea Benazzi.
A livello locale, però, si registra un segnale positivo: “Grazie alla collaborazione con la Regione e l’Università di Padova, a Treviso abbiamo 190 posti per giovani medici che iniziano il loro percorso universitario. È un primo passo importante”.
Cosa comporterà questo per il sistema sanitario della Marca?
“L’abolizione di questi test, basati sulla cultura generale, è un aspetto positivo. Una giornata negativa poteva compromettere definitivamente il sogno di un ragazzo di studiare medicina. Ora, invece, resta il numero chiuso, ma gli studenti avranno sei mesi per dimostrare, attraverso esami specifici come chimica, fisica e biologia, di meritare l’accesso. Non sarà più una questione di fortuna con un test a risposta multipla in un solo giorno, ma un percorso di valutazione più strutturato. In questo modo sarà possibile distinguere chi ha davvero la volontà di studiare da chi non è abbastanza motivato. Essere medico richiede un lungo percorso, ma questa nuova selezione appare più adeguata perché offre ai giovani la possibilità di dimostrare concretamente il loro impegno e le loro capacità”.
Anche perché medici ne mancano tutt’oggi nell’azienda sanitaria?
“Attualmente nella nostra azienda sanitaria mancano 200 medici, mentre in tutta Italia il deficit supera le 35 mila unità. L’aumento dei posti disponibili per gli studenti di medicina rappresenta un segnale positivo: a Treviso, grazie alla collaborazione con la Regione e l’Università di Padova, abbiamo 190 nuovi posti per i futuri medici. Tuttavia, è fondamentale che anche le specializzazioni siano valorizzate, poiché, una volta laureati, molti giovani evitano alcune discipline meno attrattive, come la medicina d’urgenza. Bisogna intervenire anche su questo aspetto per garantire una copertura adeguata in tutti i settori”.
Quando secondo lei potranno vedersi i risultati di questa importante riforma?
“Intanto i risultati li cominceremo a vedere già a fine del 2025 quando ai nuovi laureati di Padova si sommano anche quelli di Treviso. Quindi è chiaro che un incremento di medici lo avremo. Bisogna poi rapportarsi con il discorso di quelle specialità che sono meno appetibili e che ovviamente devono invece trovare il numero di medici adeguato a completare le richieste. Il fatto di aumentare il numero di medici laureati aiuterà sicuramente a scegliere anche specialità che oggi non sono scelte, come la medicina d’urgenza”.
(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto)
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