Sabato 29 giugno e domenica 30 giugno 2019, nello splendido scenario di Villa Wassermann a Giavera del Montello, si è tenuta la 24esima edizione del “Festival di Giavera. Crocevia di incontri e culture”.
Il “micro-macro gfest”, l’altro nome con il quale è conosciuta l’ormai famosa festa di Giavera, è l’evento interculturale più importante del Nord Est dove, grazie alla musica, agli incontri su tematiche sociali, alle mostre fotografiche, agli spettacoli, ai mercatini, alla ricca offerta di pietanze dal mondo e alle presentazioni di libri con gli autori, tutti gli affezionati visitatori e i curiosi hanno la possibilità di sperimentare come questa manifestazione sia capace di favorire l’incontro, il coinvolgimento e l’unione delle genti e delle culture del mondo.
Curato dall’associazione “Ritmi e Danze dal Mondo” e patrocinato dal Comune di Giavera del Montello, il festival di Giavera è una vera e propria “istituzione” nello scenario delle tante feste etniche che sembrano incontrare sempre di più il gusto degli italiani.
Una manifestazione, quella trevigiana, che non si limita a proporre dei semplici mercatini con prodotti etnici e cibi esotici, ma che ha l’ambizione di invitare il visitatore a riflettere sui grandi temi d’attualità che sconvolgono il pianeta: dal problema delle migrazioni al terrorismo, dai cambiamenti climatici fino ad arrivare alla non equilibrata distribuzione delle risorse naturali.
L’ampio spazio del parco della villa, inoltre, è capace di contenere diversi palchi, stand espositivi, aree gioco e punti ristoro regalando a tutti la possibilità di compiere un viaggio intorno al mondo alla conoscenza delle numerose tradizioni ed etnie del pianeta.
Tante le proposte anche per l’edizione 2019: dalla tenda Tuareg all’enorme tenda marocchina, nella quale era possibile gustare un ottimo tè arabo sdraiati su splendidi cuscini colorati, fino ad arrivare agli stand africani, pieni di tessuti dai colori sgargianti, e a tutti i banchetti con artigianato locale o etnico sempre capaci di stimolare la curiosità e l’interesse di chi crede nell’importanza di sviluppare un dialogo tra culture e popoli differenti.
Svariati gli incontri e i dibattiti inseriti in un programma di grande qualità. Qdpnews.it, presente alla manifestazione nella giornata di sabato 29 giugno, ha potuto seguire l’incontro con i giornalisti Basir Ahang e Asmae Dachan che aveva come titolo: “La posta in gioco in Afghanistan e in Siria”, paesi di provenienza dei due illustri ospiti.
Basir Ahang è un poeta, giornalista e attivista afghano naturalizzato italiano che si occupa di tematiche legate ai rifugiati e al diritto d’asilo mentre Asmae Dachan è una giornalista, poetessa, scrittrice e blogger italiana di origini siriane che, lo scorso 2 giugno, è stata premiata ad Ancona con l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica.
La proposta dell’onorificenza è partita su indicazione dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche e faceva riferimento sia all’attività professionale della giornalista italo-siriana, oltre ai numerosi riconoscimenti ottenuti per i suoi coraggiosi reportage dai teatri di guerra in Siria, dai campi profughi e da città teatro di gravi episodi di terrorismo, sia al suo costante impegno per la pace, l’integrazione tra popoli e il dialogo tra religioni contro il fanatismo fondamentalista e ogni manifestazione di intolleranza e razzismo.
La chiarezza espositiva dei due giornalisti, alla quale si è aggiunta la delicatezza dei temi affrontati, ha colpito e appassionato il pubblico presente che ha potuto riflettere sulle ingiustizie perpetrate dai talebani in Afghanistan e dal dittatore siriano Bashar al-Assad in Siria, sul problema di quelle che vengono definite “primavere arabe” e sulla questione dei profughi e dei migranti sparsi per il mondo.
“Risolvere tutto e subito è impossibile. Al centro, comunque, deve rimanere la vita umana”: questo il monito che i due ospiti d’eccezione hanno lanciato e che risuonerà come un mantra in tutti coloro che ogni anno ritengono che il Festival di Giavera del Montello sia la risposta più bella, colorata e positiva con cui si può contrastare l’apparente chiusura dei cuori dei cittadini dei paesi più sviluppati del mondo rispetto ai drammi e alle ingiustizie che stanno lacerando quest’epoca storica di divisioni.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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