Alla scoperta delle rondini: chi sono, da dove arrivano e soprattutto come possiamo proteggerle

È vero che una rondine non fa primavera, ma quanto è piacevole vederle volare nel cielo dandoci la sensazione che il caldo sia alle porte?

Ogni anno questi piccoli uccelli migratori, chiamati Rondine Comune, lunghi 18-19 cm, compiono viaggi di 10 mila chilometri dall’Africa, attraversano la Valle del Nilo e il Mar Mediterraneo, per raggiungere il nostro territorio verso la fine di marzo. Qui sostano fino al termine di settembre – inizio di ottobre, quando si radunano e compiono la migrazione inversa.

Esse, per natura, si spostano verso i climi più miti lasciandosi alle spalle le condizioni avverse.

Nonostante il numero ridotto rispetto agli anni passati, anche quest’anno le rondini sono arrivate nella Marca trevigiana. È stata riscontrata la loro presenza in anticipo, segnale del fatto che l’innalzamento delle temperature ha provocato una partenza anteriore dai siti invernali. Già a metà aprile ce n’erano più di un centinaio a nord del Montello, sopra un canale che costeggia le Grave di Ciano.

Il declino della loro presenza è, però, evidente ed è dovuto in gran parte alla desertificazione dell’Africa, conseguenza del clima sempre più torrido.

Gli uccelli migratori che, come loro, compiono lunghe attraversate trovano condizioni ormai sfavorevoli e non riuscendo ad alimentarsi come dovuto muoiono prima di raggiungere la meta. Un altro motivo è riscontrato nei cambiamenti dei sistemi di coltivazione che hanno reso il territorio asettico, creandogli difficoltà nel reperire cibo, tra cui zanzare, mosche e insetti volanti. Questi ultimi sono presenti in quantità sempre inferiore a causa dell’uso di monoculture, di insetticidi e dell’agricoltura intensiva.

Esse, che amavano nidificare in vecchie stalle, nelle aie e in abitazioni di una volta, sono state oggi costrette, a causa dei cambiamenti nei metodi di costruzione, a cercare locazioni alternative in centri abitati. Qui però non vengono sempre accettate e anche i nidi, se pur protetti dalla legge 157/92 e dall’articolo 635 del Codice penale, spesso rimossi.

È possibile per i più fortunati vederle in periodi impensabili, come d’inverno. Si tratta della specie Montana, riconoscibile agli occhi più allenati dal piumaggio differente rispetto a quella Comune.

Si trovano soprattutto ad Asolo e a Pederobba tutto l’anno sugli edifici storici che permettono loro di nascondersi, ma anche in centro a Treviso.

Come spiega Francesco Manzan, delegato della LIPU trevigiana, al fine di garantire un loro ritorno bisognerebbe tutelare le zone di campagna, mantenendole il più naturale possibile, ma anche lasciare i nidi. Alcuni Comuni hanno emesso delle ordinanze “Salva Rondini” per sensibilizzare la popolazione.

Qualora i cittadini dovessero trovare dei piccoli di rondine in difficoltà, caduti anticipatamente dal nido o incapaci di volare, sottolinea l’ornitologo, per la provincia di Treviso è attivo il Centro Recupero Fauna Selvatica.

(Foto: per concessione di Valter Binotto).
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