Aperto all’ospedale San Camillo il centenario della morte del beato Luigi Tezza. Il vescovo: “Grazie alle Camilliane per la dedizione verso i malati”

“Grazie per la vostra dedizione che dimostrate ogni giorno al servizio degli ammalati”. Così il vescovo Michele Tomasi ha espresso la riconoscenza della comunità e della diocesi di Treviso alle Figlie di San Camillo, la congregazione che quest’anno celebra il giubileo del centenario della morte del beato padre Luigi Tezza, camilliano nato a Conegliano, fondatore insieme a santa Giuseppina Vannini del ramo femminile dell’ordine.

Le celebrazioni sono state aperte questa mattina, giovedì 17 novembre, nella chiesa dell’ospedale San Camillo di Treviso, con la messa presieduta da monsignor Tomasi, concelebrata insieme ai religiosi camilliani, al vescovo eletto di Vicenza e già vicario generale della diocesi di Treviso monsignor Giuliano Brugnotto, monsignor Giuseppe Rizzo, il parroco di Santa Maria del Rovere don Adelino Bortoluzzi, quello di Selvana don Sandro Dalle Fratte e il cappellano dell’ospedale don Eraldo Modolo.

Ha partecipato alla funzione anche il sindaco di Treviso Mario Conte, per portare il ringraziamento della città alle suore camilliane, allo staff sanitario e agli operatori dell’ospedale di viale Vittorio Veneto per il servizio svolto nella cura dei pazienti e l’attenzione alle famiglie.

Al San Camillo nei giorni scorsi è giunta una reliquia del beato, che questa mattina è stata portata in processione accanto all’altare. Il vescovo, partendo da uno scritto del beato padre Tezza, ha sottolineato come al centro della sua esistenza ci sia “il dono della propria vita nella vicinanza agli ammalati, agli infermi”, in servizio fedele e generoso. “Come si può fare del dono di sé la norma della vita?” si è chiesto monsignor Tomasi, “Forse noi davvero non ce la facciamo. Forse non riusciamo davvero nemmeno a desiderarlo fino in fondo, autenticamente. Per questo abbiamo bisogno dei santi che ci accompagnino, e ci mostrino la strada. Ma anche loro non possono far altro che mostrarci l’amore. È l’amore di Gesù, che si manifesta eminentemente nella Croce, ma poi in ogni suo gesto, in ogni parola, in ogni passaggio di Vangelo, che ci apre lo sguardo sulla vita in una maniera che non avremmo mai potuto nemmeno intuire in precedenza” ha ricordato il presule.

Quindi monsignor Tomasi ha rivolto un augurio alle suore camilliane: “Per voi, carissime sorelle della Congregazione delle Figlie di San Camillo, guardare al vostro fondatore, celebrando i cento anni del suo transito al cielo, sia l’occasione di ritrovare ogni giorno le ragioni del vostro impegno, del dono che costituisce la vostra vita. Voi potete aiutare tutti i vostri collaboratori e collaboratrici a vivere la propria professione in un autentico spirito di servizio e nell’amore di Cristo: insieme lo avete mostrato in maniera eminente durante i periodi più impegnativi della pandemia, e continuate a realizzarlo, con una generosità di ogni istante e nei dettagli più piccoli della vita, anche in questo tempo, nel lavoro quotidiano. Voi potete, per l’intercessione del beato Luigi Tezza e di santa Giuseppina Vannini, vivere la vera gioia nella libertà della vostra dedizione, ed essere testimoni per coloro che si rivolgono a voi – e anche per tutta la nostra città – di un amore che si trasforma in servizio amorevole e competente. La vita del beato Luigi è stata in tutte le sue varie esperienze la realizzazione dell’inno alla Carità che abbiamo appena proclamato”.

(Foto: Diocesi di Treviso).
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