Preoccupazione per la curva demografica, per la denatalità, per l’incapacità dei giovani a rendersi indipendenti prima dei trent’anni, per la dignità degli anziani: al di là delle difficoltà della pandemia che insiste da oltre un anno sul mondo delle associazioni, l’Auser percepisce anche un grave ritardo nell’analisi della società e reagisce rivolgendosi alle comunità trevigiane.
Un appello che ambisce a coinvolgere tutti gli strati esecutivi della politica provinciale e a unirli in un unico ambizioso intento: migliorare la convivenza sociale attraverso una pianificazione strategica di iniziative in sintonia.
È lo stesso presidente, Umberto Tronchin, a invitare i sindaci della provincia a cooperare nello stilare una sorta di nuovo “patto sociale”, dopo aver percepito durante la pandemia una situazione davvero critica. Nel farlo, l’Auser Treviso, 65 circoli e 20 università popolari, si propone promotrice di questo nuovo movimento collettivo.
Nel comunicato inviato dal presidente si elencano una serie di soluzioni teoriche a tematiche sociali di grande rilevanza, rivolte a tutte le fasce generazionali: famiglie, giovani e anziani.
“Un piano per le famiglie che vada oltre l’assegno unico, che definisca nei contratti di lavoro e nelle politiche del governo azioni dove la maternità e la paternità siano valorizzate e non percepite come momenti di disagio per le attività produttive: il sistema fiscale garantisca le risorse”.
“Una casa per i giovani, agevolare la possibilità di una vita autonoma da parte dei giovani, ostacolata da precarietà del lavoro, affitti troppo alti, stipendi troppo bassi. Lo Stato diventi il garante di queste necessità individuando le forme più idonee alla realizzazione delle aspettative legittime che la Costituzione prevede”.
“Dare realizzazione alla legge sul “Dopo di noi”: affrontare il grande tema della disabilità è prioritario e necessario; superare la condizione di isolamento degli anziani che spesso vivono in solitudine, privi di una vita sociale”.
L’Auser invita a ritrovarsi per trovare assieme soluzioni per le vittime che fuggono dalla violenza e a favorire la realizzazione di case a basso costo, che garantiscano integrazione e autonomia anche a chi oggi non può permetterselo.
“Dobbiamo diventare tutti volontari – conclude Tronchin – in una sorta di servizio civile multigenerazionale a disposizione dei bisogni collettivi”.
(Foto: Auser Treviso).
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