Il progetto di legge per l’attivazione a Treviso di un corso completo di medicina e chirurgia dell’università di Padova è stato approvato oggi dalla quinta commissione consiliare.
L’importante passaggio apre la strada alla conclusione dell’iter legislativo con il voto del consiglio regionale. Il corso prevede 60 posti e sarà attivo dall’anno accademico 2020-2021, in sinergia con l’Ulss 2 Marca Trevigiana che, da tempo, ospita già nelle sue strutture il triennio clinico della facoltà (quarto, quinto e sesto anno).
“Le strutture trevigiane – sottolinea il presidente della Regione Luca Zaia – ospiteranno ora un corso di Medicina e Chirurgia in piena regola, consentendo agli studenti di iniziare e completare il ciclo di studi nella stessa sede. È un importante risultato per tutta la regione perché si delinea un terzo polo formativo in questo settore. Il progetto è una sintesi e un nuovo traguardo di quell’impegno che ci ha connotato in questi ultimi tempi, nelle varie azioni per sopperire alla grave carenza di professionisti della sanità nelle nostre corsie”.
“Questa nuova sede – aggiunge l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin – nulla toglierà alla casa madre padovana perché i posti per gli studenti di Treviso vanno a incrementare quelli previsti per l’Università di Padova fino a un totale complessivo di 456. È una svolta importante nel rapporto di collaborazione tra la Regione, Università e Ulss 2 che dà una risposta significativa al problema, su cui siamo costretti a misurarci ogni giorno, della grave difficoltà di reperire medici”.
Il costo dei nuovi corsi di medicina e chirurgia a Treviso è stimato in 1 milione 570 mila euro all’anno, prevedendo l’impiego di 18 professori associati, 20 docenti a contratto, e 2 unità di supporto.
Presso la sede ospedaliera di Treviso, il secondo triennio di Medicina e Chirurgia è già presente dal 2006, sulle basi di un rapporto che, fin dal 1989, ha visto attivate le prime convenzioni tra l’azienda sanitaria trevigiana e l’Università di Padova, consentendo negli anni che vari reparti trevigiani diventassero riferimento per la didattica universitaria ed in particolare per alcune scuole di specializzazione.
(Fonte: Regione Veneto).
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