Al Museo nazionale Collezione Salce, nella chiesa di San Gaetano, in via Carlo Alberto a Treviso, l’AITM Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo, con il contributo della Regione del Veneto, il patrocinio di Provincia di Treviso, Comune di Treviso, Italea Veneto e in collaborazione con la Direzione Regionale Musei nazionali Veneto, il Museo nazionale Collezione Salce, il TCBF, la Fondazione Giuseppe Mazzotti per la Civiltà Veneta e Gabriele Coassin Plurimedia, sabato 21 dicembre ha inaugurato la mostra “Schieson Trevisan – Il calendario della tradizione”.
Questa esposizione nasce per valorizzare e far conoscere il più antico calendario italiano, pubblicato senza interruzioni dal 1716, la cui proprietà dal 2023 è della Trevisani nel mondo. Lo “Schieson” costituisce un esempio di come si possano attraversare i secoli, mantenendo intatta la propria identità. È un simbolo della cultura e delle tradizioni locali, rappresentando un legame storico tra la comunità e il territorio, evolvendo da semplice lunario a patrimonio culturale.
Deve la sua fama al suo secondo compilatore, Giovanni Anastasio Pozzobon, tipografo e poeta autodidatta che grazie all’uso di versi umoristici in dialetto raccontò la vita quotidiana con leggerezza e arguzia. Con il “pronostego” riuscì a dar voce alle chiacchiere e alle opinioni popolari e “bacchettare”, “fustigare” i vizi della società. Non mancano sin dall’inizio i consigli per il raccolto, le previsioni meteorologiche e astrologiche. Divenuto un vero fenomeno editoriale, raggiunse anche i mercati esteri grazie alle traduzioni in spagnolo, francese e tedesco.
Il passaggio da un mago all’altro avveniva indicando poeti, letterati o preti, che avevano appreso i segreti e le conoscenze dal predecessore. Tra i tanti si possono annoverare figure importanti come Francesco Scipione Fapanni, Augusto Serena, Gino Tomaselli, Giuseppe Maffioli e l’attuale Emanuele Bellò. Nel calendario i maghi erano rappresentati in diverse varianti nei secoli – con parrucca o senza parrucca, affiancati da un mulo o a cavalcioni di un aeroplano – e con diversi appellativi: Bepo Sbréga da Camalò, Tita Gnàcara da Candelù, el vilan del tore de casal e infine Bepo Gobo da Casier.
Nella mostra si analizzano la struttura e la simbologia ricorrente del calendario, come ad esempio le stampine usate per i segni zodiacali. Si evidenzia inoltre come, per tutti e tre i secoli di pubblicazione, erano gli editori a scegliere la composizione per l’anno, compreso il formato che variava in due tipologie: in foglio per la diffusione nelle campagne e in formato libricino per le città.
Interessante è lo studio, effettuato in questa occasione, di come lo “Schieson Trevisan”, oltre a essere un calendario, sia stato anche un mezzo di promozione di attività artigianali, aziende, ristoranti, fiere, sagre ed enti locali. Alcune edizioni hanno un valore aggiunto quando alcuni artisti sono intervenuti successivamente alla stampa, lasciando un contributo illustrato nella “fascetta” in basso, quando questa non era occupata dalla segnalazione di collaborazione e promozione di aziende o eventi.
Portare lo “Schieson Trevisan” nel Museo che raccoglie la più ampia collezione in Italia di manifesti pubblicitari (oltre 25.000), donati allo Stato dal collezionista trevigiano Ferdinando Salce (1877-1962), permette di affiancarlo a una selezione di calendari, qui esposti in riproduzione, (oltre 400 quelli conservati), che vanno dagli anni Sessanta dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento. Da notare la ricchezza grafica, la qualità artistica e tecnica dei disegni, a conferma del gusto colto e raffinato del collezionista trevigiano.
Uno degli obiettivi di questa mostra è quello di far conoscere il calendario anche alle più giovani generazioni, per tramandare loro una storia ricca di antiche tradizioni popolari legate al territorio. Per questa ragione sono stati coinvolti gli artisti (Angelo Granà, Nicola Pertile, Laura Menis) del Treviso Comic Book Festival e l’illustratrice trevigiana Chiara Fantin (in arte Chiaramente), che hanno realizzato alcune illustrazioni, ispirandosi alla storia dello Schieson Trevisan.
La realizzazione della mostra è stata possibile grazie a Emanuele Bellò, personalità che ad oggi detiene tutto il sapere sullo Schieson Trevisan e che, con grande generosità, ha condiviso parte della sua collezione.
L’esposizione è curata da Marco Chiarelli e Silvia Previti, con la consulenza scientifica di Emanuele Bellò. L’Art director è Elena Mariotto, che insieme a Christian Palazzo ha seguito il progetto grafico.
Orari: venerdì, sabato e domenica 10-18 (Ultimo accesso 17:30). Aperto anche il 26 dicembre 2024. Per informazioni: info@trevisaninelmondo.it
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Trevisani nel Mondo)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata