La Sorgente Tegorzo a Quero-Vas riapre al pubblico. Si terrà domenica 19 settembre la visita guidata, organizzata in collaborazione con il Comitato San Valentino di Alano di Piave e il Bar-H della località Schievenin.
La visita vuole essere un’occasione per scoprire uno degli impianti più importanti e significativi del bacino gestito da Alto Trevigiano Servizi, società di servizio idrico integrato (52 comuni soci).
Si tratta di un sito di grande importanza paesaggistica, tecnica e storica. Costruito nei primi anni Trenta, l’acquedotto Schievenin è sorto per rifornire di acqua potabile un territorio vastissimo, in particolare della provincia di Treviso.
Le visite guidate alla Sorgente Tegorzo, gestite dal personale Ats, sono rivolte ad associazioni e scolaresche interessate a visitare una delle fonti più importanti del territorio.
La Sorgente Tegorzo è la testimonianza tangibile di una storia ricca di significato: quella dell’approvvigionamento idrico di un territorio.
Si trova nel comune di Quero Vas (BL), a 407 metri sopra il livello del mare, in una zona censita all’interno della Rete Natura 2000 fra i Siti di Importanza Comunitari e Zone di Protezione Speciale.
Si tratta di una sorgente di origine carsica, collocata a sinistra dell’omonimo torrente Tegorzo (affluente del Piave) e alla base del versante nordest del Sasso delle Capre (Massiccio del Grappa). L’acqua scaturisce da una fenditura sulla roccia lunga una ventina di metri.
Tale impianto idrico, costruito nei primissimi anni Trenta dall’allora Consorzio Acquedottistico Schievenin per opera dell’ingegner Giovanbattista Dall’Armi, è stato creato per fornire acqua ad un’area molto vasta, costituita da 18 comuni che andavano da Valdobbiadene a Paese e, a est, si spingeva fino a Pieve di Soligo. Oggi, invece, la Sorgente serve i comuni della Comunità Montana del Grappa, parte del comune di Asolo e dell’area del Montello.
Le vicende amministrative e tecniche della costruzione dell’acquedotto sono raccontate nel volume “L’acquedotto di Schievenin”: pubblicato nel 1932 in occasione dell’inaugurazione dell’infrastruttura, il libro andò parzialmente perduto negli anni successivi per poi essere recuperato a inizio anni 2000 e ricostruito nelle sue pagine mancanti su impulso dell’allora presidente del Consorzio Schievenin, Giovanni Tempesta.
Scrive Girolamo Baratto, allora segretario comunale di Montebelluna e del Consorzio: “Con la costruzione dell’acquedotto diviene veramente integrale la bonifica idraulica di questi paesi; ed in essi i giorni tristi, in cui per provvedersi d’acqua era necessario fare lunghi e malagevoli percorsi, e per dissetarsi bisognava attingere acqua limacciosa di canali e torrenti o del fiume, non dovranno più ritornare”.
“Si tratta di parole che restituiscono il senso di un percorso nella storia di fondamentale importanza per il benessere di migliaia e migliaia di persone – spiega il presidente di Ats, Fabio Vettori – In queste righe è racchiuso anche il nucleo di quello che è tuttora l’obiettivo primario della nostra azienda”.
(Foto: Ats).
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