Baguette Patrimonio Unesco? Coldiretti Treviso a Macron: prima le colline del Prosecco

“Le nostre colline del Prosecco sono senza ombra di dubbio un patrimonio dell’umanità che, scusate se lo sottolineo, vengono prima delle baquette. Noi parliamo di un territorio, della sua gente, della sua bellezza ineguagliabile”.

Le affermazione sono del presidente di Coldiretti Treviso, Walter Feltrin (nella foto) che scende in campo a difesa della candidatura delle colline del prosecco richiamando altre tutele e riconoscimenti già avvenuti: ”Se il presidente francese Macron vuole la baguette patrimonio dell’Unesco, come giustamente è già avvenuto per “l’arte dei pizzaiuoli napoletani”, l’ltalia può e deve sostenere con forza anche la richiesta per la tutela del territorio storico Prosecco, dopo quella ottenuta dallo Champagne nel 2015”.

Un patrimonio che viaggia nel mondo sempre con maggiore frequenza aggiunge Feltrin: “Le bollicine italiane vendute all’estero sono state il doppio di quelle francesi nel 2017. Se per gli champenois si tutela insieme al paesaggio viticolo una tecnica di produzione, lavorazione e commercializzazione originale nata nel XVIII secolo, la richiesta italiana riafferma affermare il grande valore culturale e ambientale che l’agricoltura riveste in special modo in territori eccezionali come le colline di Conegliano e Valdobbiadene”.

Sono coinvolti 15 Comuni e oltre 3.000 agricoltori che – spiega la Coldiretti – operano su circa 5.000 ettari di vigneto. In termini di produzione vinicola sono stati prodotti 655.211 ettolitri di vino certificato come Docg. E’ una zona di particolare pregio vitivinicolo e di grande attrazione turistica sotto la spinta del successo del Prosecco all’estero che traina le bollicine italiane che nel 2017 hanno realizzato il record di 360 milioni di litri esportati nel 2017, con un aumento dell’11% delle spedizioni oltre frontiera delle bollicine italiane che consente di doppiare i cugini francesi.

Colline del Cartizze Carraro

La candidatura de “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” è stata presentata ufficialmente dall’Italia quasi un anno fa con la delibera del 26 gennaio 2017 della Commissione Nazionale per l’Unesco e ha tutte le carte in regola per giungere presto ad un conclusione positiva. Un atto di coerenza dopo l’iscrizione dei “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” e del “Climats du vignoble de Bourgogne” nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco (categoria Paesaggio organicamente evoluto).

Con la tutela dell’ ’’arte dei pizzaiuoli napoletani – riferisce la Coldiretti – sono otto i “tesori” italiani iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, che conta 365 elementi culturali iscritti nella Lista Rappresentativa di 108 Paesi. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014) e la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi.

“Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco – continua Walter Feltrin ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale. Significativamente però fanno riferimento al patrimonio agroalimentare Made in Italy, a testimonianza della sempre maggiore importanza attribuita all’alimentazione. Non a caso il 2018 cibo è stato proclamato l’anno internazionale del cibo italiano nel mondo”.

(Fonte: Coldiretti Treviso).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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