L’Unione provinciale Confcommercio e Banca Prealpi SanBiagio, in collaborazione con Format Research, presentano il secondo Report del 2024 dell’Osservatorio Congiunturale. La rilevazione prende in considerazione il primo trimestre 2024 (gennaio-marzo) e le prospettive per il mese di giugno 2024.
La ricerca ci restituisce le principali evidenze congiunturali del trimestre e include un focus sul turismo nella provincia di Treviso: in particolare, si sofferma sui flussi 2024, nonché sul potenziale impatto portato da grandi eventi come il Giubileo 2025 e i Giochi Olimpici Invernali 2026.
I DATI CONGIUNTURALI IN SINTESI
Demografia delle imprese
In totale, a fine marzo 2024, le imprese registrate nella provincia di Treviso ammontano a 62.018 di cui 57.720 attive. Di queste, ben 36.671 appartengono al terziario (15.522 nel commercio, 4.229 nel turismo, 16.920 nei servizi).
Durante il primo trimestre del 2024 il saldo tra imprese nuove nate e imprese cessate peggiora rispetto al trimestre precedente, segnando un valore di -458. A soffrire di più sono le imprese del commercio (-225) e del turismo (-78), mentre nei servizi si registra un saldo in positivo, con un aumento di 165 unità.
Clima di fiducia
Il clima di fiducia delle imprese del terziario della provincia di Treviso riguardo all’andamento dell’economia italiana all’inizio del 2024 è stabile, in linea con quello del terziario nazionale: l’indicatore è destinato però ad aumentare entro la fine del mese di giugno 2024. Nonostante un lieve peggioramento registrato nel mese di marzo 2024, le prospettive di fiducia nell’andamento della propria impresa migliorano. Gli indicatori congiunturale e previsionale sono entrambi superiori alla media nazionale del terziario.
Congiuntura economica
Sebbene sia stato registrato un lieve peggioramento nei ricavi nel mese di marzo 2024, è previsto un miglioramento per i prossimi tre mesi, con un indicatore previsionale pari a 53, superiore alla media del settore terziario nazionale. Rispetto al trimestre precedente, l’occupazione è rimasta stabile; tuttavia, le imprese della provincia di Treviso prevedono un peggioramento entro la fine di giugno 2024, previsione in linea con la media del terziario nazionale. La capacità delle imprese di soddisfare il proprio fabbisogno finanziario è pressoché stabile e si prevede un leggero aumento degli indicatori per giugno 2024 (indicatori previsionali e congiunturali superiori alla media nazionale del terziario).
Domanda e offerta di credito
Diminuiscono leggermente le imprese del terziario che hanno chiesto credito nel primo trimestre dell’anno 2024. Parallelamente aumenta però la percentuale di imprese che vedono accolta interamente e parzialmente la loro richiesta di credito (dato aggregato: da 58% nel quarto trimestre 2023 a 60% nel primo trimestre 2024). Il 57% delle imprese del terziario di Treviso ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, il 35% per effettuare investimenti e l’8% per ristrutturare un debito. La percentuale di imprese che richiedono credito per effettuare investimenti è allineata alla media nazionale del settore terziario e in aumento di 2 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2023. Migliora, infine, il giudizio degli imprenditori circa i costi ai quali il credito viene concesso (tassi di interesse).
Flussi turistici
Gli operatori intervistati non ritengono che in occasione dei ponti 2024 ci sarà un aumento della clientela italiana e straniera. Circa il 18% delle imprese di Treviso, al contrario, prevede che la clientela italiana diminuirà rispetto all’anno precedente. Di conseguenza, non è previsto alcun aumento dei ricavi. Tuttavia, la percentuale di imprese che prevedono un aumento dei ricavi in vista dei ponti del 2024 sale al 14,7% e al 18,9% rispettivamente per i pubblici esercizi e gli alberghi. Pensando più in generale ai flussi turistici verso la provincia, durante l’anno 2024 è previsto un aumento sia della clientela italiana (20,7%) che della clientela straniera (27,9%). Infine, il 22,5% delle imprese ritiene che i turisti spenderanno di più di quanto spendevano in passato: ad esprimere questa opinione sono principalmente i pubblici esercizi e gli alberghi.
Giubileo 2025
Il 48,6% delle imprese di Treviso ritiene che l’evento del Giubileo che si terrà nel 2025 a Roma impatterà sui flussi turistici di tutto il Paese: il fenomeno è particolarmente accentuato presso le imprese della ricezione turistica (50%) e le imprese dei servizi alla persona (49%). Nello specifico, il 44,9% delle imprese ritiene che l’evento impatterà «molto o abbastanza» sui flussi turistici verso la provincia di Treviso e il 34,3% ritiene che l’impatto riguarderà anche la propria attività.
Giochi Olimpici Invernali 2026
Aumenta invece la percentuale per quanto riguarda il potenziale impatto dei Giochi Olimpici Invernali 2026: il 56,8% delle imprese del terziario trevigiano ritiene infatti che l’evento avrà impatto sul turismo provinciale. Il 49,6% degli alberghi si aspetta un numero di arrivi superiore durante il periodo; inoltre, di questi, il 52% ritiene che l’evento avrà un impatto positivo sui propri ricavi.
Il 48,3% delle imprese di Treviso ripone fiducia nella capacità della provincia di ospitare un numero maggiore di turisti per questa occasione, riuscendo a sfruttare la ricaduta in termini di opportunità di business per le imprese del terziario. Tra gli investimenti da effettuare in vista delle Olimpiadi Invernali 2026 le imprese del terziario di Treviso segnalano principalmente investimenti in comunicazione e marketing (53,2%).
Le imprese del terziario di Treviso ritengono che i Giochi Olimpici 2026 potranno aumentare l’attrattività turistica del territorio (68,9%) e migliorare l’immagine della provincia di Treviso (65,4%).
I COMMENTI
Dania Sartorato, Presidente Unione provinciale Confcommercio:
“Nonostante i segnali di crisi, le imprese del terziario trevigiano dimostrano, ancora una volta, grazie ad alcuni indicatori prospettici che vanno verso il meglio, di essere “resilienti” alle ondate. Certamente, dobbiamo prendere atto non di una semplice crisi, ma di una metamorfosi del commercio. Il terziario sta cambiando pelle, là dove chiude una vetrina, probabilmente apre un ambulatorio medico privato o un servizio di “consulenza bollette”. Questo è il cambiamento cui stiamo assistendo. Sicuramente registriamo la chiusura di 225 imprese del commercio, ma in compenso hanno aperto 165 imprese dei servizi, compensando così l’intero comparto. Molte sono le motivazioni, la lista sarebbe lunga e non dobbiamo certo fare l’elenco della spesa. Mi concentro sulle tre principali “interpretazioni”: dalla conclusione del passaggio generazionale (ricordiamoci che molte famiglie chiudono i negozi dopo 40 o 50 anni di attività anche per mancanza di eredi o con la consapevolezza e soddisfazione di aver chiuso un ciclo economico), alla quota di commercio passata dalla dimensione fisica a quella digitale, alla perdita di potere attrattivo di alcune strutture urbane e cittadine che rischiano la marginalizzazione economica e demografica (piccoli centri, periferie in degrado, quartieri poco popolati). A tutto questo si aggiunge la perdita di potere di acquisto dei consumatori che oggi, soprattutto per alcune categorie di beni, cercano soluzioni più economiche. Edicole, cartolerie pure, arredamento, piccole ferramenta, giocattoli, sport: sono queste le tipologie del commercio più esposte al rischio di chiusura, con evidenti motivazioni: abbonamenti digitali, scarsa marginalità, necessità di aggregazione con altri generi merceologici, ricollocazione in contesti ad hoc (ad esempio giocattoli, arredamento, ferramenta, negozi di sport). Quest’ultimo elemento ha determinato la diffusione delle grandi insegne nell’ hinterland dei centri maggiori o del capoluogo. Penso al polo di Silea, al polo vicino all’aeroporto. Sono tutte evoluzioni del commercio che si integra nel cambiamento del tessuto urbano. In questa metamorfosi – come Confcommercio – ribadiamo oggi più che mai, con forza, il valore del commercio di prossimità, inteso come presidio sociale e come linfa delle città, dei quartieri, paesi e centri urbani. La prossimità è relazione, è economia, è inclusione, è sostenibilità. La quota di commercio che resiste, è una quota di imprese che ha saputo trasformarsi e consolidarsi egregiamente”.
Francesco Piccin, Capoarea Banca Prealpi SanBiagio:
“Il primo trimestre di quest’anno ci restituisce uno scenario complessivamente positivo. L’indicatore relativo alla capacità delle imprese di far fronte al proprio fabbisogno finanziario, superiore alla media nazionale, è stabile e le prospettive di incremento nel mese di giugno rappresentano sicuramente un segnale incoraggiante. Per quanto riguarda l’accesso al credito, assistiamo sì a una leggera diminuzione delle richieste da parte delle imprese (dal 20% del trimestre precedente al 18% dell’attuale), ma al contempo notiamo l’aumento di coloro che vedono accolta interamente e parzialmente la propria domanda di credito (dal 58% al 60%), così come s’incrementa la quota destinata ad investimenti (35%, in crescita di 2 punti). Le politiche monetarie attuali determinano un maggior costo del credito rispetto al passato, tuttavia, il miglioramento del giudizio degli imprenditori sui tassi applicati può costituire un ulteriore elemento che, nel complesso, va a rafforzare il rapporto di fiducia reciproca tra gli istituti di credito e la comunità: un rapporto con il territorio che Banca Prealpi SanBiagio considera un pilastro fondamentale”.
Giovanni Cher, Presidente di Federalberghi provincia di Treviso:
“L’ampio focus sul turismo realizzato da Format Research per l’Osservatorio congiunturale di Banca Prealpi San Biagio, ci restituisce alcune conferme e molti spunti di riflessione.
La sostanziale stabilità dei flussi turistici durante i ponti (e nel 2024 ce ne sono stati e ce ne saranno vari, condizionati particolarmente dalla variabile meteo e prevalentemente legati alla clientela italiana), la propensione ottimistica sia dei pubblici esercizi che degli alberghi rispetto ai ricavi delle proprie imprese, l’apprezzamento (intorno al 22%) per la prospettiva di aumento di spesa da parte sia della clientela straniera che italiana, sono aspetti considerevoli del focus che ci indicano un ottimo stato di salute del comparto turismo. Ci si sta concentrando su mercati stranieri che stanno diventando interessanti per la nostra provincia, come il mercato cinese e gli Emirati.
Rispetto al grande evento Giubileo 2025 la platea di imprese intervistate appare praticamente divisa a metà: il 51,4% ritiene che l’aumento riguarderà solo la capitale, mentre il 48,6% ritiene che potrà impattare anche in territori diversi. Tra queste ultime, circa la metà (49,4%) ritiene che impatterà positivamente anche verso la nostra provincia. Lo stesso sentiment positivo (56,8%) vale anche per i Giochi Olimpici invernali che si svolgeranno a febbraio 2026 noti anche come “Milano-Cortina 2026” ed il 49,6% degli alberghi si aspetta un numero di arrivi superiore rispetto agli altri anni.
“Sicuramente” – afferma il presidente di Federalberghi Treviso Giovanni Cher – “abbiamo di fronte un biennio di grande interesse con un potenziale enorme e sta a noi imprenditori, ed a tutti gli attori istituzionali, gestire al meglio l’evidente e positiva ricaduta. Il trend, per il lavoro che ci aspetta, emerge già dalla sequenza delle risposte, tutte significative ed eloquenti. Occorre una preparazione complessiva che confluisca in una strategia ampia: più comunicazione, più accessibilità e fruibilità dei servizi, più accoglienza per le persone con disabilità, più servizi di collegamento e mobilità (navette, mezzi di trasporto tra Treviso e Cortina), eventuale aumento o cambio degli orari di apertura dei negozi. Abbiamo di fronte una formidabile chance di crescita e di integrazione con l’economia del nostro territorio. Sui giochi invernali la promessa di ricaduta è molto forte: è evidente che le Dolomiti non potranno assorbire l’intero flusso; quindi, la nostra provincia è il primo step di accoglienza che ne beneficerà”.
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