Il presidente della Provincia e dell’Upi Veneto Stefano Marcon si scaglia in difesa delle province “Contro una bagarre elettorale fuorviante che danneggia un ente costitutivo della Repubblica“. In una lunga nota Marcon ribadisce che “Paradossalmente, pur nella diffusa consapevolezza da parte della quasi totalità delle forze politiche nonché dell’opinione pubblica, del sostanziale fallimento della Legge Delrio, aggravato dagli effetti disastrosi sulla qualità dei servizi – è sufficiente considerare il progressivo degrado dello stato manutentivo delle strade e delle scuole a seguito dei tagli dissennati alle risorse attribuite alle Province – anziché interrogarsi sui motivi del fallimento ed avviare un serio ripensamento, si ricade nei vecchi slogan propagandistici insignificanti e dannosi”.
E ancora: “Preso atto che la stagione di riforme della passata legislatura, che ha visto fortemente inciso l’assetto istituzionale delle Province, il loro ruolo e i rapporti tra i diversi livelli di governo, è stata foriera di limiti e incertezze, ci si attenderebbe, dal riaccendersi del dibattito, non sterili polemiche su poltrone e costi della politica, ma un serio approfondimento sugli interventi legislativi di modifica che risultano ormai urgenti e necessari. E’ bastata l’anticipazione a mezzo stampa della bozza di “linee guida in materia di riforma dell’ordinamento delle Province e delle Città Metropolitane”, elaborata dopo alcuni mesi di confronto tra Governo, Regioni, Upi e Anci nell’ambito del tavolo tecnico-politico istituito, per rianimare uno sterile dibattito sull’utilità delle Province, purtroppo alimentato solo da vuoti slogan, senza seri approfondimenti, fortemente condizionato dalla bagarre elettorale“.
“Ho ascoltato con stupore le odierne dichiarazioni del vice premier Di Maio – dichiara Stefano Marcon -, che ha affermato: “Le Province sono uno spreco, è inutile ammalarsi di amarcord per farle ritornare. Chi le vuole si trovi un altro alleato”. Mi stupisco che un Ministro della Repubblica parli di far ritornare le Province, trascurando che non sono mai state soppresse e continuano ad erogare servizi essenziali: strade, scuole, ambiente, trasporto pubblico e stupisce infatti che il leader di una forza politica che ha fatto della democrazia diretta una bandiera ignori l’esito del referendum costituzionale. Ma stupisce ancor di più come si possano così calpestare le norme della nostra Costituzione che annoverano le Province tra gli Enti costitutivi della Repubblica alla pari di Stato, Regioni, Città Metropolitane e Comuni”.
“Il serio percorso della riforma è stato sostenuto anche dal Santo Padre nell’incontro riservato con tutti i Presidenti delle Province il 27 aprile scorso e le sue parole, queste sì sono l’espressione di statura e preparazione: “Non posso perciò che augurare a tutti voi di proseguire con coraggio e determinazione nel vostro lavoro, in modo da fare delle Province un presidio e un centro propulsore di una mentalità che sappia porsi l’obiettivo di uno sviluppo veramente sostenibile, inserendosi in armonia nell’immensa rete di relazioni e di realizzazioni create dalla natura, dalla storia, dal lavoro e dall’ingegno delle generazioni che ci hanno preceduto”.
“Chi si è battuto per difendere la Costituzione da una riforma sbagliata – conclude Marcon – fortunatamente bocciata dalla maggioranza dei cittadini italiani, dovrebbe far tesoro di queste parole e applicarne i principi fondamentali.”
(Fonte e foto: Presidenza Unione Province Italiane Treviso).
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