La salute del fiume Sile migliora, anche grazie agli investimenti che in anni recenti hanno portato all’ampliamento della rete fognaria di Treviso, tuttavia, come attestano i dati, c’è ancora parecchia strada da fare.
È quanto emerge dall’esito della terza edizione della campagna “Operazione Fiumi 2023” di Legambiente dedicata al monitoraggio dei corsi d’acqua veneti, Sile compreso, che è stato presentato questa mattina a Treviso nel giardino delle scuole elementari “A. Volta”, proprio lungo l’alzaia.
Il monitoraggio, realizzato grazie al supporto tecnico di Arpav, si è focalizzato in particolare sulla ricerca di batteri fecali, parametro che consente di verificare il livello di depurazione dell’acqua e la presenza di eventuali picchi di inquinamento dovuti a scarichi non autorizzati o sversamenti illegali.
L’Arpav considera in particolare i livelli di Escherichia coli quali indicatori per valutare l’idoneità microbiologica all’uso irriguo dei corsi d’acqua veneti. Precisazione che va fatta poiché, è bene sottolineare, l’acqua potabile non presenta alcuna contaminazione da tale batterio.
Stando ai dati raccolti dalla campagna di Legambiente, che quest’anno si avvale anche della collaborazione con Coop Alleanza 3.0, ANBI Veneto – l’Associazione regionale dei Consorzi di bonifica – e Strada Srl, tre punti del Sile, fra i cinque analizzati, vanno tenuti sotto osservazione.
In corrispondenza di Silea, Santa Cristina (Quinto di Treviso) e Cavallino Treporti si registrano infatti valori che, per quanto poco, sono superiori al limite indicato da Arpav di 1.000 MPN/100ml, dove MNP indica la concentrazione di microrganismi inquinanti.
A Santa Cristina i livelli registrati (1334 MPN/100ml) superano il limite per il terzo anno consecutivo. Va monitorata con attenzione anche la situazione a Cavallino Treporti (1439 MPN/100ml), dove tornano a farsi notare valori anomali in un’area in prossimità della foce.
“In questi ultimi due anni abbiamo assistito a un generale mantenimento dei valori attestanti la presenza di batteri fecali nelle acque del Sile vicini agli standard di qualità e in miglioramento – ha commentato Francesco Tosato, Portavoce di Operazione Fiumi -, certo i livelli idrometrici sono ancora in recupero, ma questo è il segnale che avviare interventi per l’allaccio alla rete fognaria delle abitazioni ancora sprovviste porta risultati e che gli amministratori devono insistere in questo senso, oltre a non abbassare l’attenzione verso fenomeni come quello degli scarichi abusivi o degli sversamenti agricoli illegali che persistono e che possono compromettere la qualità dei nostri fiumi. Il Sile, tra i più importanti fiumi di risorgiva d’Europa, è un patrimonio straordinario da proteggere con sempre maggiore attenzione alzando e ampliando il livello di protezione ambientale del fiume”.
In merito all’allaccio alla rete fognaria del centro di Treviso, proprio nel marzo scorso, alla presenza del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, è stato inaugurato il micro tunnel di Ats che collegherà il centro storico alla rete fognaria pubblica. “Il collettore è l’anello di congiunzione tra un primo percorso iniziato nel 2018 assieme ad Ats che ci ha permesso di sviluppare 20 km di rete fognaria e di passare dal 35% di cittadini allacciati alla rete al 60% entro la fine del 2023″, ha dichiarato il sindaco Mario Conte in quell’occasione.
“Treviso è una città ricca d’acqua e anche per questo come circolo cerchiamo di sorvegliare da vicino e per tutto il corso dell’anno questo patrimonio così prezioso, eppure trascurato, raramente oggetto di riqualificazioni, spesso inaccessibile ai cittadini nonché pressato costantemente da cementificazioni e lottizzazioni molto impattanti – spiegano dal circolo Legambiente Treviso -. Ci occupiamo di tutto il bacino, dunque Sile ma anche Giavera, Botteniga, Cerca, Pegorile, per citarne alcuni, e lo facciamo anche attraverso le attività di citizen science che stiamo conducendo con le scuole superiori del territorio, spiegando ai ragazzi e alle ragazze che cosa significhi essere dei cittadini consapevoli ma anche attivi.”
Ma non solo Escherichia coli. La terza edizione dell'”Operazione Fiumi” ha monitorato anche la presenza di Glifosate, erbicida usato in maniera massiccia in agricoltura presente in alta concentrazione in molti corsi d’acqua italiani, e Clorpirifos, insetticida diffuso in viticoltura per contrastare la diffusione della flavescenza dorata il cui impiego è al centro del dibattito in Veneto. Per conoscere i risultati dell’indagine chimica relativa ai diserbanti citati bisognerà però attendere la fine dell’anno quando verrà presentato il report conclusivo della campagna di Legambiente.
(Fonte foto: Legambiente Treviso)
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