Il passato e il presente si fondono nella progettazione della rinnovata sede della Camera di Commercio Treviso-Belluno Dolomiti, che rimarrà dove si trova ora, nel grande edificio di Piazza Borsa destinato, però, ad essere completamente rigenerato in ogni sua parte. L’operazione comporterà anche la “rivoluzione” del quadrante compreso tra Corso del Popolo, via Fiumicelli, via Toniolo e i Giardini Sant’Andrea.
L’ipotesi è quella di trasformare la vetusta sede, oggi inadeguata sotto tanti aspetti, in un razionale edificio multiplex, destinato anche a funzioni commerciali e direzionali, condiviso dalla Camera di Commercio con altri inquilini (pubblici o privati), sormontato da un giardino pensile e terrazza panoramica sul tetto. Un luogo pensato come una piazza pubblica, in cui potrebbe trovare posto un’attività ristorativa. Inoltre il nuovo assetto punterà ad aprire un varco con i retrostanti giardini. Non una galleria, ma un percorso più aperto, che prenderà luce dall’alto.
Questa è l’ipotesi più accreditata delle tre prese in considerazione dal team di professionisti che sta seguendo la complessa idea di dare una sede più moderna ed efficiente alla Camera di Commercio, ridisegnando completamente lo stabile costruito nel secondo dopoguerra, sorto nell’area più colpita dalle bombe dell’aprile 1944.
Prima di dare il via alla progettazione esecutiva vera e propria, è stato necessario avviare l’indagine preliminare sullo stato dell’immobile. I risultati sono stati esposti oggi nell’incontro con Mario Pozza, presidente camerale, Romano Tiozzo, segretario generale dello stesso ente e Mario Conte, sindaco di Treviso.
Pozza ha ricordato che l’esigenza di rimettere mano all’attuale sede è arrivata con il definitivo abbandono dell’idea di traslocare in una delle torri dell’ex Appiani. Dietrofront che ha richiesto all’ente camerale il raggiungimento di un patto con Fondazione Cassamarca, proprietaria della cittadella di Piazza delle Istituzioni, per archiviare un contratto stipulato in precedenza. Una volta deciso di rimanere in Piazza Borsa, è stato necessario fare tutte le valutazioni sul presente di un palazzo molto datato, che ha subìto solo un paio di interventi importanti, negli anni ’60 e ’70.
“Ci siamo chiesti come utilizzare l’edificio in sicurezza, perciò dovevamo conoscere il reale stato di consistenza del fabbricato”, ha detto il presidente, “Oggi ho invitato il sindaco per il primo di una serie di appuntamenti con cui ci terremo aggiornati sull’avanzare del nostro progetto, che condivideremo con gli uffici comunali e con la Soprintendenza”.
L’architetto Gianfranco Trabucco, componente del team che ha seguito le analisi, da quella geologica alla strutturale, ha confermato che il vecchio stabile di Piazza Borsa è in cattive condizioni: non è adeguato alle normative antisismiche, è stato concepito in tre parti distinte il che aggrava la situazione, non è rispondente ad altre normative sulla sicurezza, gli impianti sono inadeguati, l’acustica è pessima. Solo la parte architettonica è presa meglio e il restauro delle quattro facciate è più praticabile. Trabucco ha precisato che la riconversione della Camera di commercio passa attraverso la destrutturazione del concetto classico di edificio, per ricomporlo in maniera multipla, capace di rivitalizzare il sistema circostante.
“Il tema è complesso e delicato, poiché l’edificio è nella memoria urbana da anni” ha detto il professionista. Fatte le analisi e valutate le esigenze di spazio dell’ente, l’indirizzo di ringiovanimento che maggiormente piace al consiglio camerale è quella di riconvertire tutto l’immobile, recuperare le superfici, razionalizzare l’organizzazione interna e attuare una collaborazione tra pubblico e privato, che renderebbe l’operazione più sostenibile dal punto di vista economico.
L’ipotesi avanzata prevede la salvaguardia dell’edificio nella parte esterna, con un radicale intervento interno e il recupero di tutte quelle superfici rese possibili dalla volumetria del corpo originale nella porzione moderna, mentre la sezione più antica che guarda su via Fiumicelli sarebbe sottoposta a restauro conservativo (c’è il vincolo della Soprintendenza). Questa è l’idea che ha più suggestionato i vertici della Camera, anche aggiungendo l’uso pubblico realizzando sul tetto il giardino pensile. L’operazione, tra le altre avanzate, è quella che consente un quadro economico altamente sostenibile, perché la superficie realizzabile in rapporto al fabbisogno dell’istituzione sarebbe il doppio.
“A fronte di un recupero finale di circa 11 mila metri quadri, la Camera di Commercio ha le necessità di averne circa 4 mila. Di conseguenza 6 mila potrebbero entrare nel mercato e quindi compensare, in parte o totalmente, l’intervento complessivo il cui costo è di 30 milioni di euro, riguardante il compendio della camera, gli spazi retrostanti e la piazza” ha concluso Trabucco.
“Il mio obiettivo è quello di sborsare meno risorse possibili, per destinarle di più alle imprese associate”, ha rimarcato il presidente Pozza, “Andare all’Appiani ci costava di più, anche perché gli impianti erano tutti da rifare e vendere la nostra sede attuale, nello stato in cui si trova adesso, non sarebbe remunerativo”.
“II Comune condivide pienamente la riqualificazione di questo quadrante della città, che vedrà protagonista la Camera di commercio. L’indirizzo della nostra amministrazione è di investire affinché in centro tornino gli uffici e ovviamente la residenzialità. Torneranno a lavorare in centro storico 250 persone, utenti che consumano, fanno la spesa, vivono la città, in controtendenza rispetto a qualche anno fa, quando si portavano tutti i servizi fuori”, ha ribadito il sindaco Conte, “Ricordo che questo è l’ennesimo tassello di un processo di mutamento della città. Entro fine anno partiranno i lavori di riqualificazione di Palazzo Da Borso, che non ospiterà più l’istituto musicale Manzato, trasferito nella ex Banca d’Italia di piazza Pola, ma vedrà invece lo spostamento del settore lavori pubblici che tornano in centro storico. Gli uffici che resteranno vuoti all’Appiani verranno utilizzati per ospitare un altro settore, di cui daremo notizia più avanti in questa sorta di mini risiko comunale. Non lasceremo buchi neri distribuiti nella città”.
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