“A qualcuno hanno ucciso un sogno, a me l’hanno trasformato in un incubo”. Inizia così il lungo post su Facebook con cui Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco Veneto nonché presidente della Provincia di Treviso, annuncia le sue dimissioni da primo cittadino, sottoscritte oggi, sabato, in un documento ufficiale “con decorrenza dalla data odierna”.
“Premetto che ho aspettato il termine del congresso regionale della Lega per non influenzare un momento già difficile per scrivere quello che leggerete” scrive Marcon. È di poche ore fa, infatti, la notizia della vittoria di Alberto Stefani, neo eletto segretario regionale della Lega – Liga Veneta.
Alla base della decisione, lascia intendere il post, ci sarebbero ragioni ideologiche e dissapori interni al gruppo consigliare di maggioranza in Comune che hanno portato Marcon a non identificarsi più in “questa Lega”. Al momento, tranne la lunga lettera social, l’ex sindaco non ha dato maggiori spiegazioni in merito al suo annuncio che promette di scatenare un terremoto interno al partito.
Nel lungo post, denso di amarezza, Marcon ripercorre la propria carriera politica nel Carroccio. “Sono nato politicamente in Lega nel ’99, tempi in cui vedevi a Pontida gente con le corna e qualcuno reclamava ancora il muro sul Po’. E un po’ mi sentivo a disagio, ma il sogno di vedere un Veneto autonomo, il sogno di vedere un Nord più valorizzato appassionava molti giovani”.
Dopo cinque anni da consigliere, e cinque da vicesindaco, Stefano Marcon, dal 2016 anche presidente della Provincia, nel 2015 vince le elezioni a Castelfranco Veneto, dove, nel 2020 è stato riconfermato per il secondo mandato battendo al ballottaggio il candidato di centrosinistra Sebastiano Sartoretto.
L’ormai ex primo cittadino nella sua lettera aperta accenna a qualche “rognetta: assessori che lavorano un paio d’ore alla settimana, senza scrupolo rispetto all’indennita’ che prendono. Consiglieri che creano il gruppo misto e condizionano l’attività amministrativa rimanendo leghisti. Consiglieri entrati per surroga che vanno nel gruppo misto, i quali mi avevano pregato di entrare in lista, che adesso si sentono gli strateghi politici della città”, scrive Marcon facendo riferimento ad alcuni consiglieri “ribelli” che hanno rischiato di fare cadere la sua giunta lo scorso anno.
Il post al vetriolo prosegue con un duro attacco al partito, fresco di elezioni del nuovo segretario che nella sua prima dichiarazione pubblica ha fatto un richiamo alla “compattezza”.
“Molti leghisti oggi dicono che la Lega strizza l’occhio alle comunità lgbt per questioni meramente di consenso. Lega che – prosegue Marcon – sarà pure per obbligo di legge, crea centri per il cambio di sesso. Un incubo. E ancora niente autonomia, e sempre meno Nord. Castelfranco Veneto non merita di essere vincolata da certe figure che tengono sotto scacco l’amministrazione per questioni meramente personali, e neanche la Provincia di Treviso” conclude facendo intendere anche le sue dimissioni da presidente della Provincia.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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