L’assegnazione è stata resa pubblica dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. I lavori prevedono di ottimizzare il trattamento di tutti i fanghi dei 37 depuratori nei 52 Comuni di Alto trevigiano servizi Spa, l’azienda di servizio idrico integrato nelle province di Treviso, Belluno e Vicenza, con una netta diminuzione del loro quantitativo e un risparmio di risorse di gestione.
Il progetto, tutto all’insegna del green, permetterà al depuratore di Salvatronda di diventare uno degli impianti più innovativi in Europa.
Il cantiere per l’ampliamento e la nuova piattaforma fanghi nel depuratore di Salvatronda prevede un investimento complessivo di 32,7 milioni di euro. In particolare, per la piattaforma fanghi il Piano nazionale di Resistenza e Resilienza ha assegnato 10 milioni di euro.
In generale, gli interventi prevedono di aumentare la potenzialità dell’impianto di Salvatronda dagli attuali 73 mila abitanti equivalenti a 120 mila nei Comuni già serviti dal depuratore ossia Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Loria, Riese Pio X, Vedelago, Altivole, San Zenone degli Ezzelini, Asolo, Maser, Fonte, Castelcucco e Pieve del Grappa. L’impianto, inoltre, permetterà di ottimizzare il trattamento di tutti i fanghi disidratati provenienti dai 37 depuratori di Ats (450 mila abitanti nei 52 Comuni serviti), oltre che dei cosiddetti “bottini” che servono le abitazioni non collegate alla rete fognaria: il risultato finale sarà un “residuo” che potrà essere inviato direttamente al riciclo.
“Il costo annuo per lo smaltimento dei fanghi degli impianti di depurazione in gestione alla nostra società è di oltre 2,5 milioni di euro – spiega il presidente di Ats, Fabio Vettori –. Grazie alla nuova piattaforma, si avrà una riduzione dell’85 per cento dei quantitativi di tale materiale residuo. Questo grazie all’impiego di tecnologia innovativa. La piattaforma viene realizzata con l’obiettivo di ottenere la massima riduzione dei costi economici e ambientali del servizio di depurazione aziendale”.
Si prevede, infatti, la realizzazione di tecnologie volte alla massima riduzione dei fanghi da smaltire, quali l’idrolisi termica e la digestione anaerobica, che, oltre a una riduzione del quantitativo, consentiranno una produzione di biogas finalizzata a coprire parte dei fabbisogni energetici per lo smaltimento stesso.
“Procederemo con l’appalto integrato per il progetto esecutivo e i lavori, con l’obiettivo di rispettare la scadenza del 2026 per la conclusione delle opere – commenta il direttore generale Pierpaolo Florian -. Particolare attenzione è stata data alla valorizzazione delle aree verdi, attraverso la piantumazione di alberi, oltre ad aver già acquisito un ettaro di pioppeto adiacente al depuratore. Le aree verdi sono di estensione quasi pari a quelle occupate dalla struttura del depuratore”.
“Tale piano è stato condiviso con la cittadinanza in assemblea pubblica, oltre a essere stato sottoposto alla procedura per il Provvedimento autorizzativo unico regionale comprendente la Valutazione di impatto ambientale – spiega il sindaco di Castelfranco Veneto, Stefano Marcon – Nel piano di ampliamento e di valorizzazione della piattaforma fanghi, vi sarà massima cura per l’eliminazione di ogni fonte di impatto di rumori e odori, grazie alla costruzione di edifici, vasche e canali completamente coperti e realizzati in base alle più moderne tecnologie. Castelfranco Veneto ospiterà un depuratore all’avanguardia in Europa dal punto di vista dell’innovazione, del risparmio energetico, della produzione di energia pulita e del recupero delle risorse”.
(Foto: ATS – Alto Trevigiano Servizi).
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