Celebrata la Pasqua Ortodossa nella Marca: in centinaia a Villa d’Asolo e Montaner. “Ricche simbologie e forte attaccamento alle tradizioni”

Celebrata la Pasqua Ortodossa nella Marca: in centinaia a Villa d’Asolo

Una settimana dopo la Festa di Resurrezione cattolica, la Chiesa ortodossa ha festeggiato la propria Pasqua, il momento più importante del calendario liturgico cristiano. Anche nel territorio della Marca l’appuntamento religioso ha coinvolto vari gruppi di persone, in maggioranza provenienti dall’Est Europa, che da tempo si sono stabilite in queste zone.

A Villa d’Asolo, punto di riferimento per il comprensorio tra Montebelluna e Castelfranco Veneto, c’è una numerosa comunità che appartiene alla diocesi ortodossa romena d’Italia, e a Pasqua secondo le stime i partecipanti erano un migliaio: “È l’appuntamento più importante di un cristiano ortodosso – spiega padre Julian Munteano -, che prevede la messa con i canti della Resurrezione, con i segni dell’accensione delle candele che simboleggiano la Luce di Cristo e della benedizione dei cestini con il cibo tradizionale pasquale”.

“Ogni anno sono presenti centinaia di persone – prosegue -, non solo nella nostra chiesa, ma anche nelle vicinanze, nelle sedi di Treviso, Bassano, Castelfranco, Loreggia. Anche in Romania, in Moldavia o altre comunità rumene la Notte di Pasqua è santa, piena di luci e speranza. Quest’anno probabilmente c’è stata una partecipazione ancora maggiore: di fronte a guerra, siccità, terremoti o altri eventi incontrollabili, l’uomo chiede aiuto al Signore”.

“La tradizione pasquale – racconta ancora padre Munteano – vuole che nelle chiese a mezzanotte si spengano le luci, e così dalla candela accesa sull’altare, il sacerdote accende la sua luce donandola a tutti i fedeli. Poi vengono benedetti il pane e vino e i cestini con il cibo pasquale tradizionale”.

“I fedeli si preparano alla liturgia pasquale con il digiuno e la confessione – spiega ancora -. Ci sono addirittura persone che oltre a quasi due mesi di astinenza dalla carne, latticini e uova, durante la Quaresima, e da giovedì santo non mangiano e non bevono fino alla messa pasquale di domenica”.

Durante l’anno, la comunità asolana si ritrova temporaneamente negli spazi di via Enrico Fermi “finché si avvererà il nostro grande desiderio di incontrarci in una chiesa vera” – spiega il sacerdote -, “mentre per la notte di Pasqua da otto anni prendiamo in affitto la Chiesa di Villa d’Asolo, che ringraziamo calorosamente”.

La Pasqua è stata celebrata anche a Montaner di Sarmede, dove nel 1967 si stabilì una comunità ortodossa, nata in seguito allo scisma dalla Chiesa cattolica di Vittorio Veneto, avvenuto a causa di una divergenza con l’allora vescovo Albino Luciani su una complessa vicenda in merito alla scelta del successore del parroco defunto.

Pasqua ortodossa a Montaner

“Le liturgie della Settimana santa e della Pasqua sono sempre molto seguite – spiega il vescovo eletto di Terme e Ausiliare della sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia Athenagoras Fasiolo -: in particolare, partecipano persone da Macedonia, Moldavia, Ucraina, Russia, Serbia, Georgia e Grecia”.

“Le celebrazioni ripercorrono tutti i momenti della passione di Cristo – prosegue -; hanno generalmente una lunga durata, come quella del Giovedì santo, di almeno quattro ore. Alcuni riti sono molto ‘coreografici’, perché richiedono gesti e simbologie molto particolari, come quella del sabato mattina, in cui, prima della proclamazione del Vangelo, viene provocato un forte rumore con diversi strumenti al momento dello spargimento delle foglie di alloro”.

“Ho potuto notare come ci sia un forte attaccamento alle tradizioni, spesso differenti in base alla nazionalità, come nel caso del rito della benedizione delle uova – spiega ancora il vescovo ortodosso -: c’è chi porta uova e focacce, altri cibi freschi, e tutto viene deposto ai piedi dell’altare. Il rito prevede poi la consegna di un uovo rosso, simbolo della nuova vita”.

“Certamente la messa della domenica è importantissima – precisa -, e in quel giorno è molto significativo il rito del ‘Vespero dell’Amore’, con la lettura del Vangelo della Resurrezione in più lingue, a seconda delle provenienze dei partecipanti: quest’anno, in italiano, greco, slavo, serbo, macedone, romano, inglese, tedesco, ucraino, georgiano”.

La comunità ortodossa è presente a Montaner nel Monastero di Santa Barbara, dove risiedono alcune religiose provenienti da più nazioni. “Un incendio nel 2013 rese inagibile parte del monastero e l’intera nostra chiesa – conclude – e grazie ai buoni rapporti con la Chiesa cattolica, attualmente svolgiamo le nostre celebrazioni nella chiesa di Santa Cecilia in Borgovalle. Presto inizieranno i lavori di ricostruzione della struttura monacale danneggiata dieci anni orsono”.

(Foto: per concessione di un lettore e di S.E. Athenagoras Fasiolo).
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