“Da cent’anni a questa parte accompagnate un servizio in qualche modo obbligatorio alla collettività nazionale, come il servizio militare, con un servizio ed un’aggregazione volontari nell’ANA. La comune esperienza di una forma di obbedienza si trasforma e lascia spazio alla volontaria costituzione di una fraternità e di un’amicizia civile”.
Con queste parole molto evocative il vescovo di Treviso, monsignor Michele Tomasi, ha dedicato l’omelia domenicale di oggi, 31 ottobre, al centenario della Sezione alpini presieduta da Marco Piovesan.
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“Da qui nasce tutta la serie di solidarietà concrete e quotidiane di cui siete protagonisti – ha proseguito Tomasi – e per la possibilità delle quali siamo qui a ringraziare il Signore. Da qui nasce la vostra dedizione al bene comune, che mettete al centro della vostra associazione. Ciascuno di voi trova se stesso, la fierezza del riconoscimento reciproco e la soddisfazione dell’impresa comune nella comune appartenenza ad una storia e ad una tradizione, ad una radice comune che fanno di voi qualcosa di diverso che la semplice somma di individui“.
“Tutta la vostra storia insegna e dimostra che solamente assieme è possibile raggiungere il bene di tutti – ha affermato il vescovo di Treviso -, che ciascuno può raggiungere la propria felicità solo prendendosi cura di quella degli altri, che gli obiettivi vanno ricercati insieme, che i più forti debbono farsi carico dei più deboli e che in caso di bisogno di qualcuno ci si mette in moto insieme e si va ad aiutare”.
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“Ecco un’applicazione della grammatica dell’amore – ha detto Tomasi -. Ecco la storia di tante vostre scelte, di tanti vostri interventi, di tante vostre opere, tra cui ricordo, con particolare gratitudine, i tanti servizi di vicinato e di prossimità che avete svolto durante il periodo più drammatico del confinamento e il contributo dato con grande operosità alla riuscita della campagna vaccinale“.
“Permettetemi un piccolo ricordo personale: ricordo con affetto che due anni fa, il giorno del mio ingresso da vescovo in diocesi di Treviso, i primi ad accogliermi per strada erano proprio gli alpini dell’ANA” ha concluso il presule, dimostrando il suo particolare attaccamento al Corpo degli Alpini e ai suoi valori.
(Foto: Diocesi di Treviso).
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