Uno studio scientifico sulla qualità dell’acqua dei vari canali che attraversano il centro storico di Treviso. È un progetto unico, e fino ad ora mai realizzato in Italia quello che è stato presentato questa mattina.
La ricerca ha preso anche in considerazione i contributi di acque nere e bianche della rete fognaria per capire e valutare l’interazione fra i due sistemi. Nello sviluppo del progetto, la collaborazione con ATS si è concretizzata con il finanziamento e la messa a disposizione del proprio supporto tecnico, delle competenze di settore e delle conoscenze del territorio.
Il progetto nasce dal dottorato di Giulia Mazzarotto, della facoltà di Scienze dell’ingegneria civile, ambientale e dell’architettura dell’Università degli Studi di Padova, dal titolo “Impatto del drenaggio urbano sulla qualità dei corpi idrici ricettori e strategie di mitigazione” punta anche a valutare lo stato di salute del sistema idrico e identificare eventuali strategie di mitigazione sostenibili.
“Lo studio che stiamo portando avanti permetterà di avere dati scientifici e oggettivi sulla qualità dell’acqua di fiumi importanti per il territorio, come il Sile – spiega il presidente di ATS Fabio Vettori – il nostro intento è quello di trovare soluzioni ecosostenibili e innovative, come l’estensione della rete fognaria, la promozione di pratiche agricole responsabili e la realizzazione di soluzioni di drenaggio urbano sostenibile. ATS da sempre collabora con atenei e centri di ricerca per migliorare il sistema idrico integrato e quindi tutelare un bene prezioso come l’acqua che è patrimonio di tutta la collettività”.
Lungo il Sile, il corso d’acqua di risorgiva più lungo d’Europa, e alcuni suoi affluenti, come il Botteniga, il Trozo Lungo e lo Scolo comunale sono state collocate cinque stazioni di monitoraggio continuo della portata dei corsi d’acqua, sonde e campionatori fissi e mobili per la valutazione di alcuni parametri fisico-chimici come temperatura, presenza di nitrati, cloruri e ammoni.
“Parliamo di un’iniziativa importante e di cui dobbiamo essere orgogliosi perché la strada della sostenibilità si intraprende prima di tutto attraverso lo studio, l’analisi e l’approfondimento e in questo senso la collaborazione con l’università di Padova rappresenta un ulteriore elemento che ben si coniuga con la gestione virtuosa da parte di ATS. – aggiunge il sindaco di Treviso Mario Conte – In più, l’attività di monitoraggio rappresenta un presidio importante in un’ottica di tutela ambientale e di salvaguardia del nostro territorio e delle sue acque”.
Ad oggi, tutte le stazioni sono operative, complete della strumentazione necessaria all’acquisizione dei dati finalizzati all’analisi quantitativa e qualitativa delle acque. I sensori radar installati permettono la misura di livello e di velocità in ciascuna stazione, e le tre sonde multiparametriche, accoppiate ad altrettanti campionatori refrigerati, assicurano la misura in continuo di parametri chimico-fisici significativi legati alle attività agricole e ai deflussi urbani.
“Un’iniziativa importante che permetterà di raccogliere preziosi spunti oltreché ulteriori dati oggettivi relativamente alle acque fluviali – dichiara l’Assessore Regionale All’Ambiente Gianpaolo Bottacin – Monitorare lo status dei corpi idrici è infatti cosa importante, che anche come Regione già abitualmente facciamo sull’intero territorio, sia tramite il nostro braccio operativo rappresentato da ARPAV, sia tramite altre iniziative, con l’obiettivo di garantirne sempre una migliore qualità“.
Alla presentazione del progetto hanno partecipato anche il direttore di Ats Pierpaolo Florian, la dottoranda Giulia Mazzarotto, il professore di Costruzioni Idrauliche dell’Università di Padova Paolo Salandin e il presidente del Parco del Fiume Sile Arturo Pizzolon.
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