Con il Panathlon Club a Treviso una serata per conoscere il grande Triathlon e gli Ironmen

Attraverso la voce di ben tre campioni della disciplina, Alberto Casadei, Federico Spinazzè e Juri Feltrin, gli intervenuti alla serata organizzata martedì dal Panathlon Club Treviso hanno scoperto anche segreti e aspetti meno noti di una disciplina emergente e di grande fascino che conta oggi in Italia oltre 20 mila tesserati.

Ha aperto l’incontro a Treviso Alberto Casadei, più volte campione italiano e atleta di spicco in più varianti della disciplina incluso l’Ironman (tra i migliori italiani di sempre grazie al piazzamento al terzo posto) e oggi delegato tecnico giovanile della Federazione Italiana Triathlon FITRI, un ruolo importante attraverso il quale si progetta e si rende possibile il futuro di una multi disciplina che solo dal 2020 partecipa alle Olimpiadi e che fa risalire la sua mitologica nascita al 1977, da una scommessa di alcuni militari americani siglata sulle spiagge di Honolulu Beach.

Nel Triathlon si nuota, si corre in bici e poi a piedi senza soluzione di continuità e sulle distanze più varie, dagli sprint (750 m a nuoto, 20 mila m in bici per finire con 5 mila m a piedi), passando per il Triathlon Olimpico per arrivare all’Ironman (3.800 m a nuoto, cui seguono 180 km in bici e 42,095 km di corsa, cioè la classica maratona).

Nel Triathlon c’è solo l’imbarazzo della scelta per mettersi alla prova e la versatilità delle competizioni non disdegna varianti di ogni genere tra cui il Winter Triathlon, in cui il nuoto viene sostituito dallo sci da fondo, e il Cross Triathlon in cui la frazione di bici passa da circuiti asfaltati a terreni sconnessi e prevede l’utilizzo della mountain bike.

“La Federazione Italiana Triathlon è impegnata su vari fronti – commenta Alberto Casadei – la nostra disciplina è versatile anche nelle sfide che propone, iniziamo a far gareggiare i Cuccioli che sono mini triathleti di 6 anni di età, ma premiamo tra gli amatori atleti Master fino a M9 tra gli uomini e M8 tra le donne. Stiamo parlando di atleti over 80 per i quali anche quest’anno in FITRI sono state predisposte  le maglie di campionato italiano”.

Uno sport che si dimostra straordinariamente aperto ed inclusivo, che accetta ogni sfida di gara e di allenamento e accoglie atleti che sfidano anche la loro stessa età.

Grazie a Federico Spinazzè, Campione del mondo di Cross Triathlon U23 nella S.A. 2021 e atleta di punta di Silca Ultralite Triathlon Team, si sono approfonditi altri temi: la preparazione di chi gareggia tutto l’anno, l’importanza del team di preparatori ma anche di chi accompagna la vita privata degli atleti, l’importanza di saper coniugare università e sport gestendo tutto al meglio così da continuare a migliorare. Gli hanno fatto eco Casadei e Feltrin mettendo in chiaro quanto l’impegno di gara sia solo una componente e quanto in rilievo rivesta nel triathlon capacità di organizzare piani di allenamento su tre discipline così diverse in parallelo agli impegni di lavoro e famiglia. Un Triathleta, anche quando non è un ironman, è un atleta che non teme le sfide e anche un organizzatore attento delle proprie risorse sia nella performance agonistica così come nella gestione del proprio  tempo.

“E’ questa una delle grandi lezioni che questa disciplina regala fin da subito ai triathleti, anche i più giovani – conferma Casadei – che fin da piccolissimi devono imparare a gestire le tre frazioni e le transizioni dall’una all’altra con preparazione attenta pre gara e concentrazione in gara”.

Una capacità di autogestirsi che poi diventa arte di organizzare le attrezzature insieme agli imprevisti quando si è in gara. E lo hanno confermato ai presenti Juri Feltrin e Federico Spinazzè raccontando quanto anche la gestualità e i trucchi tecnici in gara, così come la prontezza del reagire agli imprevisti, siano questioni di secondi. Secondi che consegnano al podio o che lo possono far sfumare nonostante l’allenamento di mesi o di anni.

Con Juri Feltrin si è parlato di Ironman, e quindi dell’àmbito più vicino al mito nel Triathlon perché porta all’estremo sia le distanze di gara che i contesti ambientali in cui spesso le gare vengano disputate, che assicura agli atleti il titolo appunto di uomini e donne d’acciaio.

Distanze di gara infinite di cui il campione di San Polo di Piave ha raccontato con vivacità i particolari risvolti e le sfide di gara al limite con cui gli ironmen si misurano, gareggiando su percorsi e sfidando condizioni meteo impossibili per qualsiasi umano ma normali per gli uomini e le donne d’acciaio.

Alla più epica di queste sfide, svoltasi a inizio ottobre a Kona alle Hawaii, Feltrin ha partecipato raggiungendo un ottimo posizionamento. Casadei ha raccontato anche di Madonna Buder, la ottantaquattrenne suora americana che ha battuto tutti i record del triathlon sulla distanza Ironmen con cui ha avuto la fortuna di condividere tempo e fasi preparazione pre ironmen alcuni anni or sono.

Tra i top athletes i giornalisti presenti hanno ricordato Lance Armstrong, già triathleta di successo prima di divenire il campione nel ciclismo che tutti conosciamo. Molte sono state le domande con cui i presenti hanno dimostrato spontanea curiosità e interesse verso una disciplina che ha tantissimo da offrire a chi la pratica e a chi, più semplicemente, vuole conoscerla o viverla dal vivo.

Il futuro di questo sport affronta molte sfide ma non smette di entusiasmare e di accogliere atleti che, abbandonando altre discipline, si innamorano della sfida sempre nuova che il Triathlon e il suo mondo non solo promettono ma offrono davvero. Un mondo di spericolati ed entusiasti Master amatori che fanno di questo mondo il vero palcoscenico della sfida senza soluzione di continuità e quasi senza limiti di età.

Una serata speciale, che ha ricordato una volta di più quanto sia possibile anche un altro grande obiettivo: incontrare grandi atleti che sono anche grandi persone.

(Foto: Panathlon Treviso).
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