San Nicolò di Piave, emozioni al concerto di campane in memoria del loro centenario

Proprio nel giorno della santa martire bitina Barbára (IV secolo), patrona dei campanari e popolarmente invocata assieme a san Simone contro i tuoni e saette, la località di San Nicolò di Piave è stata teatro di un gradito concerto di campane, magistralmente eseguito da quattro giovanissimi: Diego Bellese, Elia Casadoro, Giordano Vignotto ed Edoardo Rotondi.

L’occorrenza ha coinciso con l’antivigilia di San Nicolò di Myra (titolare della chiesa), con il centenario delle tre campane maggiori e con il settantesimo anniversario del campanile, progettato nel 1951 dal grande architetto Luigi Candiani da Mareno di Piave (all’epoca di don Angelo Bottan) e caratterizzato da una “torre squadrata e austera” (O. Drusian), impreziosita dal 2016 di un nuovo orologio.

I tre sacri bronzi maggiori sono stati fusi dalla fonderia De Poli di Ceneda nel 1922 (tranne il sonello, con nota Fa crescente, risalente al 1920) grazie al contributo dell’Opera di Soccorso per le Chiese Rovinate dalla Guerra di Venezia, l’ente ideato nel 1918 dal cardinale friulano Celso Costantini che si proponeva di concorrere a riedificare o riparare le chiese devastate dalla guerra e a provvederle della suppellettile sacra. Presieduta dal cardinale francese Pietro La Fontaine e diretta dal nobile veneziano Filippo Grimani, l’OSCRG venne sostenuta dal 1922 da Giovanni Costantini, che rese la magnifica impresa “degna di un’apologia della Fede” (C. Costantini).

All’uscita dei fedeli dalla Santa Messa, celebrata dal nuovo parroco don Nicivaldo De Oliveira Evangelista, è iniziato il concerto con una Scampanottata alla friulana, seguita dai classici Fra Martino campanaro e l’Ave Maria di Lourdes (ripetuta altre due volte con il sistema di suono “a slancio friulano” e con la tecnica di Gino Ermacora, il padre dell’Associazione degli Scampanotadôrs Furlans). Il concerto si è concluso a mezzogiorno con il Plenum, una distesa completa in movimento a quattro campane (le tre maggiori assieme al sonello).

L’applauso è scaturito spontaneo e giulivo da un bimbo di tre anni, che ha gridato “bravi!” al termine della liturgia celeste, quando gli ultimi rintocchi ancora impregnavano con le loro vibrazioni sonore un’estasiata atmosfera. Per Diego Bellese, recentemente intervistato dal Gazzettino, “è stata una giornata di festa e un’occasione per radunare la squadra nel mio Comune, che ha ripagato con ospitalità e generosità. È stato indescrivibile ciò che ho provato a suonarle davanti alla mia comunità, che ha assistito rapita all’evento”.

Un particolare ringraziamento è andato a don Nicivaldo, a Renzo Cavezzan (componente il Consiglio Pastorale diocesano per la Forania Opitergina) e al sindaco di Ponte di Piave Paola Roma (che ha partecipato emozionata al concerto) per aver sostenuto questa iniziativa, contribuendo al riconoscimento del valore identitario dell’arte campanaria.

(Autore, foto e video: Giuliano Ros).
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