Una rilevazione campionaria condotta da Confartigianato Imprese Veneto su 403 attività con meno di 10 addetti, di cui 73 trevigiane, ha evidenziato che è passato dal 17,6% del 2021 al 29,5% del 2022 l’aumento della voce “energia” sul totale dei costi delle imprese trevigiane.
“L’indagine conferma ciò che da mesi, ormai, stiamo dicendo in ogni lingua – commenta il presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, Oscar Bernardi –. E’ urgente adottare delle misure strutturali. Serve una nuova politica energetica a medio-lungo termine con un piano industriale nazionale che rilanci anche le grandi opere come bacini idrici, dighe, pale eoliche, geotermia, bioenergia. Stiamo investendo sul fotovoltaico e questo è vero, ma quanta burocrazia. E’ fondamentale un intervento al fine di snellire le pratiche. Se vogliamo davvero incentivare una fonte di energia rinnovabile lo si fa rendendo il procedimento semplice e non complicato come quello di oggi.”
Nel 2021 il fabbisogno nazionale di energia è stato di 318,1 miliardi di KWh. Le rinnovabili hanno coperto il 36% del fabbisogno nazionale (114,5 miliardi di KWh). Tra queste il fotovoltaico ha fornito l’8% di energia. La Marca trevigiana con i suoi 32.773 impianti fotovoltaici, pari al 22,2% del totale Veneto che occupano una superficie di 6,8Kmq, ha concorso all’1,6% della produzione fotovoltaica nazionale. Nella classifica italiana Treviso è la terza provincia dopo Roma e Brescia per numero di impianti in esercizio a fine 2021 (il 3.2% del totale nazionale pari a 1.016.083).
La rilevazione evidenzia che il 57,5% degli imprenditori intervistati ha affermato che fronteggerà questa emergenza riducendo i consumi di illuminazione e aria condizionata/ riscaldamento. Il 20,5% ritiene che non subirà alcuna ripercussione, contro un 4% che purtroppo ipotizza di abbassare le saracinesche. Ed ancora, circa il 31,5% dei capitani d’impresa chiede di avere ulteriori proroghe del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas e di essere sostenuto negli investimenti in energie rinnovabili, come ad esempio le comunità energetiche e i gruppi di autoconsumo.
“Tutti i giorni chi fa impresa vive nell’incertezza, in una condizione di disagio costante – continua il presidente Bernardi -. Non si può più attendere, è necessario agire. Azioni di sensibilizzazione sui consumi rivolte alla popolazione in generale e ai giovani in particolare alimenterebbero la cultura del risparmio e della sostenibilità. Cambi di stili di comportamento favorirebbero il risparmio. Basterebbe incominciare dall’abbassare i gradi della temperatura dell’acqua calda delle caldaie e dal posizionare delle valvole termostatiche sugli impianti. Non si tratta di una boutade politica, la situazione è realmente preoccupante“.
“Si proceda a slegare la determinazione del prezzo dell’energia da quello del gas – conclude Bernardi – e a regolare i meccanismi di acquisto e vendita da aggravi finanziari che vengono scaricati sul prezzo finale oltre a mettere in difficoltà gli stessi produttori. Bene anche la recente legge della Regione Veneto e l’aumento del Fondo di rotazione “Anticrisi attività produttive” per gli investimenti in impianti fotovoltaici nelle strutture produttive. Non credo manchino le idee o le soluzioni, si deve passare alla parte concreta e pratica come siamo soliti fare noi artigiani. Siamo a disposizione per ricercare soluzioni condivise che aiutino a risolvere le criticità”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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