Da Coldiretti Treviso un plauso al nuovo piano di controllo sui cinghiali della Regione che tutela anche gli allevamenti suinicoli

Anche gli imprenditori agricoli coinvolti nelle azioni di contenimento. Coldiretti Treviso accoglie con soddisfazione il nuovo piano di controllo dei cinghiali 2022-2027 riformulato dalla Regione del Veneto in considerazione dell’emergenza Peste Suina Africana (PSA).

“Il testo presenta significative novità – commenta il Direttore Giuseppe Satalino in sintonia con le parole del Direttore di Coldiretti Veneto Marina Montedoro – che accolgono le nostre sollecitazioni rispetto alla richiesta di una maggiore efficacia del controllo della specie invasiva”.

Si tratta di azioni coraggiose che dovranno essere accompagnate da atti concreti da parte dei soggetti coinvolti e, in primis, dagli Ambiti di Caccia e dai Comprensori alpini, strumenti assolutamente necessari al contenimento di questi animali selvatici con il coinvolgimento diretto degli imprenditori agricoli.  Infatti, tra i soggetti autorizzati al contenimento, i cosiddetti selecontrollori, rientra anche la figura del delegato ovvero il cacciatore formato chiamato direttamente dal proprietario e conduttore del fondo. Sarà anche istituito un Albo
regionale dei selecontrollori che potranno agire con maggiore flessibilità operativa.

“Dobbiamo ricordare che la funzione dei selecontrolli – prosegue Satalino – ha tutti i caratteri della pubblica utilità a tutela del cittadino. La loro azione non è quella di mera caccia, ma di  prevenzione di un grave problema sociale, ambientate e economico che purtroppo oggi ha assunto anche i connotati del rischio sanitario”.

Un’attività di monitoraggio farà finalmente luce sulla consistenza del fenomeno che interessa non solo le campagne, con danni e rischio idrogeologico, ma anche i centri abitati con pericoli continui per i cittadini per i possibili attacchi da parte dei cinghiali, per gli incidenti stradali anche mortali che provocano, senza dimenticare che i cinghiali possono essere veicolo di trasmissione di malattie ed epizoozie quali la PSA che mettono a repentaglio il patrimonio suinicolo regionale che consta, considerando i soli allevamenti specializzati di 1470 imprese con più di 800 mila capi in allevamento per la maggior parte destinati alla produzione di prodotti a denominazione di origine.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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