Marketing, comunicazione, capacità manageriale, strategie per la valorizzazione dei prodotti, sono alcuni “ingredienti” che diventano sempre più essenziali per chi opera nel settore della ristorazione.
L’eccellenza non si può più costruire soltanto attraverso la maestria nel “fare”, ma in un sistema globale e complesso si costruisce anche con nuove figure professionali in grado di unire la filiera produttiva al contesto storico e culturale del territorio da cui provengono i prodotti in progetti mirati e coordinati.
Da qui è nata l’idea di formare giovani che vadano in questa direzione ed è stato realizzato un master alla Challenge School dell’Università Cà Foscari di Venezia sulla “Cultura del Cibo e del Vino”.
Un master diretto dal professor Vladi Finotto che ha come obbiettivo la formazione di una figura professionale innovativa manageriale in grado di inserirsi con efficacia nel campo della valorizzazione e della promozione all’estero dell’enogastronomia italiana.
“Sappiamo anche che molti aziende del cibo e del vino oggi ospitano i consumatori all’interno delle proprie strutture – spiega Vladi Finotto – per raccontare competente, tradizioni e culture. Attorno al master raccogliamo docenti di Cà Foscari, professionisti, docenti anche di altre università che raccontano ai nostri studenti il cibo e il vino visto da tre prospettive principali: una economico-aziendale, che io rappresento insieme alla collega co-direttrice Christine Mauracher, una di taglio più tecnico e una di taglio culturale e storico”.
Non solo un prodotto d’eccellenza, dunque, ma oggi si deve essere in grado, soprattutto quando ci si rivolge all’export, di vendere anche “tradizioni e saperi che si sono sedimentati nel tempo”.
Il master interagisce con le aziende attraverso visite aziendali ed esperienze di degustazione includendo attività laboratoriali e una Summer School al termine del percorso.
“Durante il percorso di studi – sottolinea il professor Finotto – le aziende ingaggiano i nostri studenti che, lavorando in gruppo, forniscono soluzioni per innovare la loro comunicazione, il proprio posizionamento sul mercato, ripensare il proprio rapporto con la distribuzione. È un master anche itinerante, che parla molto con il territorio. Metà delle ore d’aula sono spese nella visita ad aziende del Nord-Est, ma non solo”.
Il recente riconoscimento Unesco offre nuove opportunità in cui queste figure professionali innovative possono inserirsi e contribuire sostanzialmente nel creare sviluppo: “Non ci occupiamo di turismo nello specifico – spiega il direttore -, però abbiamo intercettato quell’intersezione che sta tra il produrre prodotti di qualità e lo spiegare tutto ciò che sta dietro a questi prodotti. Le Colline dell’Unesco, o qualsiasi altro territorio italiano d’eccellenza, sono una determinante fondamentale del valore che il consumatore riconosce, dalla bottiglia di vino al formaggio, alle innumerevoli eccellenze agroalimentari del nostro Paese. Sulle Colline Unesco il master ha intenzione di giocare la propria partita fornendo profili di giovani capaci di supportare imprese e operatori del territorio. Le aziende sono tutte consapevoli di doversi dotare di strumenti innovativi e competenze”.
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