Dal park interrato di piazza Vittoria al nuovo trasporto pubblico: Treviso adotta il Piano di mobilità sostenibile. “Oggi troppi spostamenti brevi con l’auto”

Con che modalità e con quali mezzi ci si muoverà a Treviso, da qui e nei prossimi dieci anni, lo dirà il Piano urbano di mobilità sostenibile, adottato ufficialmente dall’amministrazione comunale dopo tre anni di studi. Ora sarà sottoposto (con la pubblicazione integrale nel sito web istituzionale) all’attenzione di chiunque abbia delle osservazioni da proporre, per migliorarlo o modificarlo, aperte fino alla fine di settembre. Poi ci vorranno altri novanta giorni per produrre le controdeduzioni e il passaggio della Vas (verifica di sostenibilità ambientale), prima dell’approdo in consiglio comunale per l’approvazione definitiva.

Con l’adozione del Pums, il Comune di Treviso si prefigge diversi obiettivi: ridurre la mole di traffico privato sostenendo la pedonalizzazione “spinta”, lo sviluppo di nuove piste ciclabili e la riorganizzazione del trasporto urbano, anche con il progressivo inserimento dei nuovi bus elettrici sul modello delle navette; la diminuzione degli incidenti stradali; l’accesso ai finanziamenti europei e nazionali per realizzare progetti nel settore della mobilità. Inoltre l’amministrazione vuole avere nella manica un asso in più per la ripartizione delle risorse destinate ai nuovi interventi di trasporto rapido di massa e mobilità ciclabile, assegnati dal Ministero delle infrastrutture. Non da ultimo vuole offrire ai trevigiani delle alternative (ad esempio il bike sharing) per lasciare a casa l’auto se devono percorrere tragitti a brevissimo raggio. Tra le pieghe del piano riemerge anche la volontà di realizzare il park interrato di Piazza Vittoria (le trattative con la società Parcheggi Italia procedono), utile alla creazione di nuove aree pedonali e alla riorganizzazione della Ztl. Ma ci sono anche le ipotesi di ampliare la pista ciclabile di viale Vittorio Veneto e di realizzarne un’altra a San Liberale,  nell’ambito dello sviluppo della Ciclopolitana, oltre ad un nuovo parcheggio in via Foscolo e via via altri importanti interventi. Molta attenzione, nella redazione del Pums, è stata riservata alla mobilità generata dal sistema scolastico, che ogni giorno vede circa 23 mila persone, tra studenti e altri utenti, circolare per le strade cittadine. L’obiettivo è migliorare  l’accessibilità verso le scuole.

“Non si tratta di singoli provvedimenti, ma di uno strumento pianificatorio con tutti gli interventi legati alla mobilità, che si integreranno tra la loro nei prossimi dieci anni” ha annunciato il vice sindaco Andrea De Checchi nel presentare oggi, martedì 12 luglio, i contenuti del Pums insieme al sindaco Mario Conte, che ha ricordato come Treviso sia, con Verona e Padova, tra le prime città del Veneto a presentare il Piano urbano di mobilità sostenibile. “Abbiamo individuato la meta che vogliamo raggiungere. Andremo ad analizzare i punti forti e i punti deboli. Tra questi c’è il dato che Treviso è una città troppo trafficata, mentre un punto di forza è la nostra alta qualità della vita”, ha rimarcato Conte, “Metteremo a fuoco i problemi e le soluzioni. Finalmente abbiamo abbandonato l’improvvisazione ed entriamo nel campo della scientificità. Puntiamo ad aumentare la tutela dei pedoni, ma dobbiamo anche chiedere ai cittadini un cambio di abitudini. Un tragitto di 3 chilometri non si dovrà più affrontare in auto, come succede adesso: si tratta di una distanza percorribile a piedi o in bicicletta, e così si inquina anche meno”.

Nella presentazione del piano, infatti, è stato rilevato che il 42% del traffico, nel territorio comunale, è generato da trevigiani che per gli spostamenti brevi e brevissimi usano esclusivamente l’auto: quelli su tragitti inferiori ai 2 chilometri sono del 29%, mentre quelli tra i 2 e 3 chilometri sono pari al 13%. Quindi il 42% di questi spostamenti può essere effettuato a piedi o in bici, è stato rimarcato da Conte e De Checchi, mentre per quelli più lunghi si dovrebbe ricorrere maggiormente al trasporto pubblico. Se il nuovo Piano urbano di mobilità sostenibile potrà abbattere questo 42% anche della metà sarà un buon risultato, è stato detto dai due amministratori.

In effetti i piani che indicano come ci si muoverà in futuro a Treviso son tre e di vario “respiro”, circa i tempi di realizzazione. Il Pums è lo strumento di pianificazione strategica di medio e lungo periodo (10 anni), per migliorare gli elementi al servizio dei cittadini in modo da indurli a ridurre l’uso dell’auto a favore della bici o degli spostamenti a piedi. Quindi potenziamento della sicurezza nella circolazione stradale, potenziamento delle zone con il limite dei 30 km orari, aumento dei cittadini che usano trasporti collettivi e mobilità condivisa, con l’obiettivo di ridurre anche inquinamento atmosferico e acustico. Tutto questo si dovrà innestare nel Piano generale del traffico urbano, che punta a migliorare la circolazione stradale dei pedoni, dei mezzi pubblici e dei veicoli privati, in un’ottica di breve periodo (due anni). Il terzo piano è quello che interessa più propriamente il trasporto pubblico urbano, per ottimizzare l’efficienza dei servizi di linea, in modo di soddisfare ampiamente le esigenze di chi si vuole muovere con gli  autobus. In sostanza, punta ad incrementare l’uso del mezzo pubblico rendendolo più “attrattivo”, sotto vari punti di vista.

“Il metodo di approccio, usato nel Piano urbano di mobilità sostenibile, è stato quello di mettere al centro dello studio la persona e non il mezzo di trasporto”, ha ribadito De Checchi, “Il processo di redazione è stato altamente condiviso e partecipato, con una serie di confronti tenuti insieme a soggetti pubblici e privati che hanno contribuito alla sua stesura. Stiamo proponendo azioni realmente realizzabili non da domani, sia chiaro, ma nei prossimi dieci anni. Possiamo sostenere che si tratta di una vera e propria rivoluzione della mobilità cittadina”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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