Dal “voto” della corista Adriana Pavan nasce il concerto in ricordo delle vittime del Covid con le voci del Quodlibet

“Se ce la faccio a tornare a casa, ho giurato a me stessa, organizzerò dei concerti per ricordare tutte quelle persone che sono morte a causa del Covid-19 senza avere nemmeno vicino i propri familiari”.

Adriana Pavan, che canta da decenni nel coro Quodlibet di Mogliano Veneto (di cui è stata anche presidente) ha mantenuto il “voto” fatto nel 2020, quando nei mesi di maggio e giugno, nel pieno del primo lockdown, è stata ricoverata in gravi condizioni negli ospedali di Treviso e Padova. La sua malattia non era dovuta al virus; si trattava di una patologia d’altra origine, molto virulenta, superata dopo un lungo periodo di cure.

Però Adriana Pavan, in ogni modo, è stata travolta dall’emergenza sanitaria. Oggi confessa di avere avuto il terrore, in una notte particolarmente difficile, di morire da sola e di non vedere più la figlia. “I medici le avevano detto che non c’era più nulla da fare per me, ma non poteva starmi accanto, gli ospedali erano stati chiusi alle visite a causa della pandemia. Nessuno poteva entrare”, racconta la trevigiana, “Io non ho avuto il Covid in quei mesi, l’ho avuto nel dicembre successivo senza gravi conseguenze. Però ho vissuto egualmente tutto il dolore che ha causato alle persone ricoverate in totale isolamento, molte decedute prive del conforto dei familiari, portate via senza un funerale. E’ stato tremendo”.

Da una personale esperienza di dolore, quindi, nasce il concerto in cui sarà eseguito il Requiem K626 di Mozart, lunedì 7 novembre alle 20.45 nel Tempio di San Nicolò a Treviso, evento espressamente dedicato alle vittime della pandemia (ingresso libero e gratuito). Adriana Pavan, rimessasi in salute, si è data da fare per organizzarlo, coinvolgendo una rete di “supporter” che l’hanno aiutata a mantenere la sua solenne promessa: in primis l’associazione Quodlibet, la Banca Generali Private, il Comune di Treviso tramite l’interessamento del consigliere Roberto Borsato (anch’egli seriamente contagiato dal Covid-19), il parroco don Tiziano Ferronato che ha messo a disposizione la monumentale chiesa dei Domenicani, in cui il complesso corale moglianese si è già esibito in passato.

Saranno 115 gli artisti impegnati nell’evento, tra una settantina di coristi del Quodlibet, l’orchestra dell’associazione composta da 42 musicisti, il direttore Emanuele Pedrini e quattro solisti, cantanti lirici di fama internazionale: Irina Dubrovskaja (soprano), Sara Polato (mezzosoprano), Leonardo Cortellazzi (tenore) e Antonio Casagrande (basso).

“Sarà un bel vedere sulla gradinata di San Nicolò. Ma il fatto più importante è che, dopo due anni, possiamo finalmente riprendere le prove e tornare a cantare tutti insieme, per riannodare l’ideale filo di collegamento grazie alla musica” ha detto Walter Armani, presidente di Quodlibet, nella presentazione che è stata ospitata nel Municipio di Treviso, a cui ha partecipato il sindaco Mario Conte, particolarmente vicino al mondo della coralità, poiché da anni è una delle voci del Coro Stella Alpina di Treviso.

“E’ un concerto che nasce dal profondo del cuore, grazie ad Adriana e al consigliere Borsato. Quello che abbiamo vissuto è stato qualcosa di drammatico, non possiamo dimenticare anche se viviamo in tempi in cui scorre tutto veloce”, ha sottolineato Conte, “I cittadini trevigiani che abbiamo perso sono stati tantissimi. Abbiano avuto un incremento di decessi del 25% sulla media degli anni precedenti. Lo dico per tutti quelli che hanno negato l’esistenza del virus. Il Covid ha marchiato bene il nostro territorio”.

“Questo concerto è anche un atto di ringraziamento verso il personale sanitario, medici e infermieri che hanno combattuto il virus ogni giorno in ogni modo, lavorando per ore negli ospedali per affrontare una pandemia che ci ha trovato tutti impreparati”, ha aggiunto il sindaco, “A San Nicolò si leverà una preghiera culturale tramite il concerto e il Requiem. L’invito che faccio ai trevigiani è quello di partecipare. Infine, da corista dello Stella Alpina voglio sottolineare che questo è un momento di ripartenza dei cori che fanno volontariato allo stato puro, vivono di socialità, di prove e di incontri, ma sono stati bloccati per due anni. La coralità ha patito tantissimo per la pandemia. Perciò come Città di Treviso la sosteniamo anche in questo concerto che dà tre segnali importanti: il ricordo delle vittime del Covid-19, il ringraziamento a medici ed infermieri e la ripresa dell’attività corale”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata – Quodlibet).
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