De Luca contro l’autonomia differenziata lancia la sfida a Zaia: “Dobbiamo muoverci con spirito risorgimentale”

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca

Si può dire di tutto del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, tranne che sia un uomo che passa inosservato.

Giovedì 5 settembre, nell’auditorium di Santa Caterina a Treviso, il governatore della Campania è stato intervistato in occasione della Festa Democratica di Treviso.

Tanti gli argomenti trattati dal governatore: l’autonomia differenziata, lo Ius Scholae, il divario tra sud e nord Italia, la sanità, la sicurezza e anche la vicenda che ha visto come protagonista, suo malgrado, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

“La battaglia che stiamo facendo – ha detto De Luca – non è del Sud contro il Nord, è la battaglia per modernizzare l’Italia su una linea che unisca le forze produttive del Sud e del Nord. È una battaglia contro l’autonomia differenziata, ma ancora di più contro il centralismo burocratico che sta dilagando in questo momento nel nostro Paese. Quindi la battaglia è su due fronti. Noi abbiamo una linea che è quella della ‘burocrazia zero‘ sulla quale pensiamo di unificare le forze dinamiche del Paese del Nord, del Centro e del Sud”.

“È la cosa che credo interessi le comunità e il mondo imprenditoriale – continua -, che non è interessato a perdere tempo con modifiche costituzionali. Gli imprenditori vogliono decidere in tempi certi senza palude burocratica o dover perdere anni per attendere una decisione. Questa è la linea sulla quale dobbiamo attrezzarci: Nord e Sud. Poi dobbiamo fare un’operazione verità. Se il presidente Zaia è d’accordo con me siamo felici, ma non credo di aver sentito queste opinioni”.

“La Regione Campania – precisa – ha fatto la richiesta di maggiore autonomia nel 2019 quando fu firmato un accordo fra tre Regioni del Nord: Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia. Allora proponemmo di decentrare competenze e poteri senza toccare la sanità pubblica e la scuola pubblica. Noi rimaniamo su quella posizione. Quella di cui parliamo è una grande perdita di tempo e una proposta che non fa i conti con quello che sta succedendo in Italia”.

“La sensazione che ho io – aggiunge – è che hanno messo a giocare con l’autonomia differenziata tante realtà del Nord, ma stanno accentrando tutti i flussi finanziari in maniera spaventosa. Hanno concentrato tutto in una sola stanza a Roma: il Pnrr, i fondi di coesione, la Zes (Zona Economica Speciale) unica meridionale e il fondo di perequazione infrastrutturale. Mentre al Nord si gioca e si balocca con la finzione di autonomia differenziata, questi (il governo) stanno concentrando a Roma tutte le risorse finanziarie. Poi non ho capito qual è il risultato dell’ipotesi Calderoli, cioè dove si vuole andare a parare”.

“Nella proposta Calderoli – prosegue – è detto all’inizio che l’autonomia differenziata deve avvenire senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato. E dunque? Cosa vogliamo fare? Qual è l’obiettivo? Veramente non si capisce. Allora io credo che dobbiamo muoverci con ‘spirito risorgimentale‘ come dico io, con il senso dell’unità nazionale e con sentimento di patria. Dobbiamo unire le forze sane del Nord e del Sud e dobbiamo capire che da solo non si salva nessuno. In ogni caso, questa ipotesi non mi pare assolutamente utile neanche per il Nord”.

“La Campania – evidenzia – viene derubata ogni anno di 200 milioni di euro nel riparto del fondo sanitario nazionale. Non lo si sa al Nord. La Regione ha 11,9 medici ogni mille abitanti, il Veneto ne ha 15 e l’Emilia-Romagna ha 18, 2 medici ogni mille abitanti. E così per i posti letto e per i dipendenti della sanità. Altro che Sud ‘palla di piombo’. Se facciamo l’operazione verità avremo belle sorprese. A me interessa applicare le stesse regole per tutti i cittadini italiani, dal Piemonte alla Sicilia. E poi, avendo le stesse risorse finanziarie di personale, ognuno viene chiamato a rendere conto e a dimostrare la propria capacità amministrativa”.

De Luca ha ricordato che la Campania, avendo 20 mila medici in meno rispetto alla media nazionale e la densità abitativa più grande d’Europa, durante la pandemia avrebbe potuto avere un’ecatombe nell’area metropolitana di Napoli.

“Siamo riusciti a reggere – ricorda -. Abbiamo il numero più basso di morti di Covid in Italia in base alla popolazione”.

De Luca ha detto di essere pronto ad accettare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque e di non avere problemi ad un confronto con il governatore Zaia su questo tema: “Gli dirò di venire con il portafoglio pieno perché il confronto si deve poi tradurre nel risarcimento della Regione Campania”.

“Lo Ius Scholae penso sia una proposta ragionevole – sottolinea – che tiene insieme un elemento di prudenza, come è giusto che sia, ma anche di umanità e di civiltà. Io sono per assumere come tema decisivo quello della sicurezza. Lo sto facendo da 20 anni, da quando facevo il sindaco. La sicurezza è un bene primario”.

“Ma la sicurezza va fatta valere nei confronti di tutti – continua -: bianchi, neri e gialli a prescindere dalla nazionalità. Noi dobbiamo garantire la serenità di vita alle nostre famiglie e oggi non è così. Mi è capitato di ascoltare una dichiarazione del presidente Meloni dopo alcune vicende drammatiche: ‘Noi assumeremo la sicurezza’. Bisognerà ricordare che stanno da due anni al governo. Le parole nella politica hanno perso ogni significato. Ai cittadini interessano i risultati e i fatti”.

Rivolgendosi al suo partito, ha detto che il tema dei diritti civili va affrontato con equilibrio e con rispetto.

“Sui temi della sessualità – ha sottolineato – ci sono tante sensibilità e dobbiamo affrontare queste questioni con rispetto. Non possiamo rompere con il mondo della Chiesa Cattolica. Il tema della sicurezza non è dei fascisti, ma è un bisogno primario dei padri di famiglia. C’è bisogno di politiche sociali ed educative, del mondo del volontariato e delle famiglie. Se dobbiamo rinnovare il Partito Democratico, tutti i capi corrente se ne devono andare a casa”.

“La verità deve arrivare prima delle scelte di partito – ha detto prima di concludere parlando della guerra in Ucraina e della situazione internazionale -. Quattro quinti dell’umanità non guardano all’Occidente come ad un baluardo di civiltà ma a dei colonizzatori. Deve partire un’iniziativa per il cessate il fuoco in Ucraina. Ma davvero pensate che per la Russia sia accettabile farsi sconfiggere? Se andiamo avanti così si rischia una guerra nucleare”.

Rispetto a Maria Teresa Boccia e al suo rapporto con il ministro Sangiuliano, De Luca ha detto che è una “sincera democratica”.

(Autore: Andrea Berton)
(Foto e video: Andrea Berton)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Total
0
Shares
Articoli correlati