Il camion della ditta lasciato sotto casa con ancora gran parte dell’attrezzatura da lavoro nel cassone, il citofono dell’abitazione del figlio di Ragip Kolgeci che suona a vuoto. Siamo a pochi minuti di cammino dalla piazzetta di via IV Novembre teatro della rissa avvenuta nella sera di mercoledì in cui Kogeci è stato ucciso.
Sembra che anche l’ultimo dei figli del 52enne imprenditore cosovaro abbia fatto ritorno a casa anticipato il giorno prima dalla mamma e dalle tre sorelle. È li che molto probabilmente è stata scattata la foto che ritrae in un vecchio scatto Kolgeci da giovane, in mimetica e con un mitra in mano. “Papà cosa ci hanno fatto” è quello che hanno scritto le figlie.
La conferma della partenza del figlio arriva da un cugino che al telefono spiega di essere in aeroporto “e assieme a me c’è il figlio (di Kogeci ndr)” mentre un altro parente si sta occupando delle pratiche legali. È lo stesso cugino poi a dire che “abbiamo visto noi quello che Afrim Manxhuka e Valmir Gashi hanno fatto” rispondendo di fatto all’estraneità all’omicidio dichiarata fin dall’arresto dei due accusati della morte di Kogeci.
Sembra però che il debito di 500 euro maturato tra Afrim Manxhuka e il figlio di Kolgeci (titolare di una ditta che affitta ponteggi nel settore edile) si sia aggiunto a vecchi screzi tra le due famiglie che vedrebbero coinvolti i capifamiglia maturati nella loro terra d’origine.
Sicuramente le due famiglie si conoscevano da anni e il fatto che avessero avuto qualche discussione nel passato pare essere confermata anche da una frase sentita più volte nella giornata di ieri. “Il sangue si lava col sangue” che dopotutto è il succo del Kanun (un vecchio codice medievale albanese) e che fa pensare che già in passato ci siano verificati degli episodi di violenza tra queste due famiglie anche se per ora nessuna delle persone informate su quanto accaduto spiega cosa sia avvenuto realmente.
Poche ore prima della rissa in cui Kolgeci è stato ucciso, l’uomo assieme ad altre 12 persone tra cui alcuni parenti si è presentato sotto casa di Afrim Manxhuka intimandoli di scendere, molto probabilmente per chiarire qualche conto in sospeso o semplicemente per pretendere la restituzione dei soldi che il figlio gli aveva prestato.
Ma l’incontro invece di calmare gli animi ha causato danni ben peggiori: le due famiglie si sono dati appuntamento di fronte al bar La Musa dando vita alla rissa che ha trasformato la zona di Fiera in un Far West. Kolgeci è a terra dopo essere stato accoltellato e preso a mazzate mente tutti gli altri partecipanti si danno alla fuga all’arrivo delle Forze dell’Ordine che hanno subito avviato le indagini che hanno portato all’arresto di Valmir Gashi mentre era a letto (con una lieve ferita alla testa che gli ha procurato due punti di sutura) e di Afrim Manxhuka fermato all’ospedale di Oderzo in condizioni ben più gravi.
Alcuni testimoni, che hanno assistito agli attimi frenetici della fuga, riferiscono di aver notato una Chrysler nera seguire alcune persone che scappavano dal luogo della rissa, la stessa auto che oggi più volte è stata nuovamente notata girare nel quartiere dove abita il figlio di Kolgeci.
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