Il 3 maggio scorso la Regione Veneto ha emesso l’Ordinanza n. 37, con la quale ha riconosciuto le condizioni di criticità per carenza idrica nei bacini regionali adottando particolari misure volte a ridurre i prelievi e garantire i fabbisogni.
Il presidente della Regione Luca Zaia raccomanda in particolare a tutti gli utilizzatori di acqua di utilizzare la risorsa in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo al minimo indispensabile.
“Il Consorzio conferma il suo impegno, già in atto da mesi, a razionalizzare la risorsa, prelevando dal fiume solo le quantità strettamente necessarie, ma c’è bisogno che tutti coloro che godono della disponibilità di acqua a fini irrigui si facciano carico di evitare sprechi e rispettare rigidamente le norme d’uso regolamentari” spiega il presidente del Consorzio di Bonifica Piave Amedeo Gerolimetto.
“Già dal mese di marzo le portate prelevate rispettano riduzioni che vanno dal 30 al 50% rispetto al valore previsto – tuttavia, conclude – se la situazione si protrae dovremo assumere provvedimenti di razionalizzazione dell’uso con probabile sospensione degli utilizzi sulla base delle priorità stabilite dalla norma: devono essere salvaguardati nell’ordine l’uso umano, quindi quello agricolo, solo dopo gli usi non agricoli, tra cui l’industriale (produzione di energia) o l’urbano (orti e giardini)”.
Il Bollettino ARPAV sullo stato della risorsa idrica, emesso il 30 aprile, conferma infatti lo stato di criticità idrica ormai pesante sulla nostra regione e in particolare sul bacino del fiume Piave, corso d’acqua dal quale attingono le grandi derivazioni gestite dal Consorzio Piave.
Dai dati di ARPAV si riscontra ancora un deficit pluviometrico del -36% rispetto alla media 1994-2021 sul bacino del Piave, a conferma del trend di ridottissimi apporti precipitativi che ormai si protrae da mesi.
Preoccupa e allarma leggere che per riequilibrare il bilancio quantitativo già nel mese di maggio sarebbero necessari, come dato medio sul Veneto, circa 350 mm ossia circa tre volte la precipitazione media di maggio (pari a circa 117 mm, periodo 1994-2021).
La riserva idrica nivale bacino montano del Piave, stimata il 30 aprile, è di 65 milioni di m3 rispetto ad una media di 260 Milioni di m3, uno tra i valori più bassi insieme al 2007 (57), al 2012 (89), al 2017 (56).
Fortunatamente in aprile il volume complessivamente invasato nei principali serbatoi del Piave ha mostrato un andamento in continua crescita: al 30 aprile il volume totale risulta di 116,1 milioni di m3, pari al 69% del volume massimo invasabile. Il valore è vicino alla media anche se resta il dubbio se si raggiungerà il completo riempimento entro la fine del mese, vista la scarsità della riserva nivale.
Rispetto ad alcuni anni critici, ad oggi il volume totale dei serbatoi del Piave risulta inferiore al 2017 (-33.9 Mm3) e al 2012 (-8.6 Mm3), però è quasi il doppio rispetto al 2003 (+41.6 Mm3).
A preoccupare sono anche le conferme che giungono in merito al livello della falda freatica a ridosso della linea delle risorgive: a fine aprile, pur con qualche eccezione, il livello è prossimo al minimo storico e addirittura per Castelfranco inferiore di 15 cm al precedente valore di minimo storico (2017).
Non è invece una novità leggere che i deflussi superficiali sono ancora contenuti sulle sezioni montane del Piave a regime naturale, anche se si è evidenziato un generale incremento nell’ultima settimana di aprile (pur se in diminuzione a fine mese) attribuibile allo scioglimento nivale dei versanti a quote più elevate e agli eventi meteorici occorsi.
Le portate del Piave a Fener e a Nervesa sono attualmente di poco superiori al deflusso minimo vitale, anche se in riduzione.
(Fonte e foto: Consorzio Bonifica Piave).
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